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giovedì 17 aprile 2014

VENERDI' SANTO - CRISTO IN CROCE - LU SIGNURI DI LI FASCI.- 18 APRILE 2014



“Lu Signuri di li fasci”
IL CROCIFISSO

 LU SIGNURI DI LI FASCI

QUELLI DELLA LADATA

PIETRAPERZIA. Il venerdì santo trova la sua identità nella processione  de “Lu Signuri di Li Fasci”, la cui portata è assunta a livello mondiali. Molte televisioni grazie all’intervento del sindaco Vincenzo Emma  e del governatore Giuseppe Maddalena sta sera dalle 20 alle ore 24 trasmetteranno in diretta. La confraternita ha pubblicato un opuscolo su “La Ladata Pirzisa” a cura dello glottologo Giovanni Culmone e sarà distribuita gratuitamente a tutti i presenti; sono stati stampati diecimila copie.
Oggi la giornata si apre con il digiuno e l’astinenza. Stasera alle ore venti si ha l’alzate a cui partecipano migliaia di persone. L 'attenzione degli astanti si pone sul confrate guida, in attesa del segnale che tutti attendono. Con lo sguardo volto ad accertarsi che le fasce siano state sistemate in modo equilibrato, e che ognuno sia al posto giusto; il confrate batte tre colpi sulla "vara" e in un guizzo di luce bianca la Croce è posta in posizione verticale pronta per iniziare la processione.
La Croce di Lu Signuri di Fasci è costituita da una trave di legno di cipresso di circa nove metri di altezza che viene innestata su una base cubitale in legno di rovere detta "vara". Le numerose fasce che cominciano ad essere annodate alle ore 17 sono strisce di lino bianco della lunghezza di circa 32 metri e della larghezza di circa 40 centimetri, che vengono allacciate alla Croce a metà della loro misura totale, producendo il raddoppiamento del numero reale delle stesse. I fasci vengono affissati a turno e quest’anno non potranno essere affidate quelle che vanno dal 300 al 371. Vengono, in ultimo, montati i raggi ed infine "Lu munnu" un globo di legno e vetri colorati, simbolo dell'universalità del Cristo.
La processione, aperta dalla Confraternita del Soccorso, segue un ordine prestabilito e consolidato nel corso dei secoli. Il fercolo di “Lu Signuri di li fasci” inizia la processione, con una perfetta sincronia dei fedeli. Sul sagrato antistante la chiesa Madre viene portato dalle donne il fercolo dell'Addolorata, che attende il passaggio di Lu Signuri di Fasci e l’urna con il Cristo morto. Il fercolo dell'Addolorata viene portato a spalla dalle donne della Confraternita omonima.
La processione percorre via Barone Tortorici e via Garibaldi. Un giro particolare è quello che da via Garibaldi immette in via Rosolino Pilo. Con una precisione millimetrica la guida della vara deve calcolare l'angolo del giro per consentire una perfetta manovra, pena il sovraccarico sulle spalle dei portatori e l'aggrovigliarsi delle fasce, con conseguente instabilità del fercolo e poi la processione percorre le tradizionali vie dei santi. Ad arricchire la suggestività della processione ci sono anche i “ladatura” che  cantano la via al calvario del Cristo, morto per i peccati dell’umanità. La processione ha radici molto antiche e già nel 1776 Fra Dionigi, storico locale  ce da una copiosa descrizione della processione.
Alle ore 15.00, in un mistico silenzio nella chiesa del Carmine, in una chiesa gremita di fedeli partecipi, i Confrati viene deposto il Crocifisso prelevato dalla propria cappella ed il silenzio viene rotto dall'invocazione dei confrati: "Pietà e Misericordia Signuri". Il Cristo iene portato in Chiesa Madre per l’adorazione solenne della croce.
Giuseppe Carà