o
Il presidente del consiglio Rocco Miccichè
PIETRAPERZIA. Il presidente ing. Rocco Micciché su
sua determinazione ha convocato il
consiglio comunale in seduta urgente per venerdì scorso alle ore 18,30.
In
apertura di seduta i consiglieri dell’opposizione hanno contestato i motivi
della convocazione d’urgenza; si sono allontanato dall’aula: Rosa Maria Giusa, Vincenzo
Calì, Silvia Romano, Calogero Di
Gloria assente Antonio Viola. Afferma
Vincenzo Calì: è stato convocato un consiglio che ci costa mille euro, quando
poteva essere differito perché il ministero ha dato la proroga per
l’approvazione del bilancio al 30 settembre.
Mentre il presidente del consiglio Rocco Micciché afferma: “Noi abbiamo
convocato su sollecitazione della ragioneria perché bisognava definire alcune
aliquote propedeutici al bilancio. Sono stati rinviati tutti i punti
amministrativi data la proroga ministeriali.
I
dieci consiglieri della maggioranza presenti
sono stati: Filippo Bevilacqua capo gruppo, Vincenzo Buttiglieri, Rocco
Miccichè, Cristiana Crisafi, Chiara Stuppia, Daniele Quartararo, Patrizia
Fiscira, Michele Giusto, Salvatore Messina, Calogero Falzone.
Il
consiglio ha approvato i due nomi di consiglieri Antonio Bevilacqua e Chiara
Stuppia
per la formazione e l’aggiornamento degli albi
permanenti dei Giudici Popolari di Corte di Assise e di Corte di Assise di
Appello. Sono stati nominati i tre membri della commissione elettorale: Patrizia Friscira, Daniele
Quartararo ed Antonio Viola; mentre membri supplenti sono: Salvatore Messina,
Chiara Stuppia e Rosa Maria Giusa.
Il
capogruppo Filippo Bevilacqua ha comunicato che a consiglio convocato è stata
concessa una proroga solamente per la Sicilia fino al 30 settembre per quanto
riguarda la definizione delle tariffe; quindi in convocazione i motivi
d’urgenza sono stati chiesti dall’ufficio ragioneria.
E’
stato ribadito che il sindaco si riduce lo stipendio del 50 per cento; mentre
gli assessori ed il presidente del consiglio del 30 per cento. I consiglieri dell’opposizione
hanno comunicato che hanno rinunziato al gettone di presenza ed alla giornata
liberà.
Giuseppe Carà