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lunedì 7 novembre 2016

SALVATO DALLE GRINFIE DI UN CANE UN CIRLUVI'


Salvato un Occhione che stava per essere strozzato da un cane

 MICHELE PAGLIARO

PIETRAPERZIA. Salvato un Occhione (in gergo locale “Cirluvì”), uccello di specie protetta,  in contrada Runzi che stava per essere strozzato da un cane. Nei paraggi si trovava Michele Pagliaro di 33 anni camionista, abitante in via Serpe, 50,  che si è accorto che l’Occhione è caduto in picchiata ed è finito nella trazzera vicino; con tempestività un cane randaggio si è avventato sull’uccello. Michele Pagliaro anche lui lì vicino ha fatto in tempo  a bloccare il cane prima che prendesse l’Occhione ed è riuscito a farlo allontanare con un bastono che si è trovato a portato di mano. L’Occhione se l’ha fatto franca; ma caduto a terra non ha avuto possibilità di movimento perché aveva un’ala spezzata, che, però, non presentava  segni di ferimento di arma da fuoco. L’uccello si è ferito mentre cercava di uscire ed allentarsi dal nido che aveva nei paraggi. Allora Michele  Pagliaro si è messo in contatto con il comandante delle guardie forestali di stanza a Pietraperzia. Ieri mattina alle ore 8,30 veniva consegnato al comandante Filippo Emma, ed è stato portato nei locali della riserva della protezione del Parco Ronzi. a disposizione della riserva di uccelli che  vengono trovati in una situazione di disagio.

       L’Occhione si prende appellativo di “invisibile” come invisibile è il nido. Uccello prettamente crepuscolare e notturno, l’Occhione deve il proprio nome comune, come è facile intuire, alla grande abilità visiva che gli permette di volare anche di notte, e di difendersi in questo modo abilmente dai potenziali predatori. Invisibile appunto è anche il nido, perfettamente mimetizzato anche tra i sassi, e le uova stesse hanno spesso una colorazione molto simile a quella delle pietre. Schivo e diffidente nei confronti dei predatori, l’Occhione è un professionista delle “arti mimetiche”, ma nel nostro Paese non trova facilmente aree adatte ad ospitare il nido. Fanno questa funzione, in molte aree d’Italia tra i larghi greti dei fiumi, specialmente nei periodi di secca.

       Piuttosto grosso e tarchiato,  un esemplare può raggiungere un’apertura alare di poco inferiore al metro per una lunghezza anche di 45 cm. l’Occhione predilige per l’alimentazione aree coltivate aperte e le zone steppiche in genere.

Giuseppe Carà