Presentato il calendario 2020 e le attivià della Pro Loco
PIETRAPERZIA. Il Presidente della Pro Loco Pietraperzia
dottore Salvatore Palascino, presenti soci ed amici, ha presentato il
calendario che l’Associazione ha patrocinato per l’anno 2020 ed il programma
operativo. In conformità allo spirito della Associazione Pro Loco, che ha nello
statuto l’obiettivo della promozione delle peculiarità e dei pregi del nostro
territorio, il tema sviluppato dal calendario è quello dell’acqua, bene
prezioso di cui sono ricche le nostre contrade. Il calendario è opera
dell’Architetto Armando Laurella che tiene a sottolineare che il suo lavoro è
un atto d’amore verso il proprio paese e la propria storia, come spesso accade
a quanti come lui vivono in luoghi diversi dal paese d’origine. Come recita il
frontespizio, il calendario ha l’ambizione di ispirare, attraverso le sue raffigurazioni
meraviglia e nostalgia. I soggetti scelti, abbeveratoio, fontane, ambienti
umidi naturali, sono riproposti in modo idealizzato, ripuliti e ricollocati in
una dimensione ed un’epoca immuni dalle offese del tempo e dall’incuria
dell’uomo. Le 13 tavole – compresa quella del frontespizio – sono tutte a
colori, e ritraggono altrettante fontane disseminate a Pietraperzia e nelle sue
campagne. Questo quanto si legge nel frontespizio che ritrae la fontana
“Vallone di Calò”: “L’acqua e l’operosità dell’uomo che sa sfruttarla creano
prosperità e bellezza. Al nostro territorio non fecero difetto né la dovizia
d’acqua né la virtù dell’uomo e ne porta i segni negli abbeveratoi, fontane,
fontanili, ma anche sorgive naturali, fiumare, ambienti umidi, che, sparsi nelle
nostre campagne, raccontano di una comunità laboriosa e rispettosa
dell’ambiente”. I manufatti – si legge ancora nella prima pagina del calendario
– sia di foggia modesta o di qualche pretesa architettonica, furono concepiti
in armonia con il contesto ambientale e con le necessità del vivere e del
lavoro. Furono luoghi di ristoro per gli animali e per gli uomini che andavano
a riempire “bummuli e quartari” come ancora alcuni di noi ricordano”. “Sentire
lo scroscio dell’acqua “ca nesci di lu cannulu, avvertirne la frescura,
percepire i riflessi di luce, è pura gioia dei sensi anche per l’osservatore
più distratto”. “La corruzione del tempo – si legge ancora nella presentazione
– e l’incuria hanno lasciato il segno ma anche il più malconcio di questi luoghi
o manufatti comunica ancora sensazioni antiche”. “Questo calendario vi condurrà
lungo un percorso di suggestioni con l’ambizione di riempire gli occhi di
meraviglia e i cuori di nostalgia”. “I soggetti scelti – conclude la
presentazione – non sono proposti in modo fotografico per mostrarne la
consistenza attuale, ma sono stati sottoposti ad una manipolazione estetica e
idealizzata, ripuliti e riportati indietro nel tempo, nella dimensione mitica a
cui ormai appartengono”. Per le tredici tavole – realizzate in maniera
magistrale e con dovizia di particolari – l’architetto Armando Laurella ha
impiegato più di sei mesi. Nelle dodici tavole, i nomi dei mesi sono
scritti in italiano e in dialetto pirzisi. La prima immagine riproduce “Vallone
di Calò”. Queste le altre opere riportate nei mesi che seguono: “La Brivatura
di l’Arciri” (Innàru), “Li Minniti” (Frivàru), “Pozzo ai piedi del Castello
(Màrzu), “Vigna Ranni” (Aprìli), “Ggiùrgiu a la Fastuchera” (Màju),”Lu Canali”
(Ggiùgnu), “Vivi e vatinni” (Lùgliu), “Camitrici” (Agùstu), “La Bbiddina nel
canneto di la Xiumara” (Sittìmmiru), “Lu Canalicchiu” (Ottùvru), “LArciri”
(Nuvìmmiru), “La Gammarera” (Dicìmmiru).
Giuseppe
Carà