IL SINDAC O ANTONIO BEVILACQUA
PIETRAPERZIA. Mercoledì sono scesi al lavoro gli
operai del RMI (Reddito Minimo di Inserimento) dipendenti dal comune; da 22
sono scesi a 16 perché alcuni hanno perduto i requisiti di ammissione. I lavoratori
in forza sono: Alfieri Maria, Santo
Calandra, Rosa Cutaia, Giuseppe Di Lavore, Vincenzo Di Lavore, Massimiliano Di
Lorenzo, Loredana Di Natale, Nunzia Incaudo, Santo Ippolito, Rosaria Mancuso,
Giovanni Battista Margani, Antonino Montedoro, Filippa Spampinato, Silvana
Spampinato, Filippina Stella e Giuseppe Vitale. In questa prima fase gli operai
saranno impegnati nella pulizia del paese, nel verde pubblico, e nella gestione
della villa comunale.
Dopo
il finanziamento generale regionale di
settemilioni e mezzo la giunta comunale ha approvato i setti cantieri di lavoro
che sono: 1) Servizio di custodia della villa comunale. 2) Servizio di custodia
degli uffici comunali. 3) Supporto alle manifestazioni organizzati
dall’amministrazione comunale. 4) Servizio
di manutenzione viaria urbana. 5)Servizio di manutenzione e pulizia del verde
pubblico. 6)Servizi di manutenzione degli edifici comunali. 7) Servizi di
manutenzione degli impianti sportivi.
La
delibera di giunta prevede che i lavoratori resteranno in attività fino al 30
settembre; ma la Regione ha stanziato la somma 143 mila e 601 euro e prevede
l’attività lavorativa per tutto l’anno solare. Dall’inizio dell’anno i
lavoratori hanno lavorato circa tre mese. Da un punto di vista contabile è
stato chiuso il 2015. L’amministrazione comunale con determina del sindaco
Antonio Calogero Bevilacqua aveva anticipato quattro mensilità che poi ha
recuperato dai finanziamenti regionali.
“Speriamo
– dichiara il sindaco Bevilacqua – che i finanziamenti arrivano in tempo opportuno.
C’è una pastoia burocratica alquanto
tortuosa che mette in difficoltà amministratori ed operai. La lentezza
borbonica tipica del vertice regionale crea sacche di disagio e di malessere
nelle famiglie, dove ci sono impegni anche per i propri bambini. L’anno scorso
alcuni esercenti non hanno voluto fare credito agli operai. Questo disguido ci
crea notevoli problemi specie quando dobbiamo anticipare delle mensilità”.
Giuseppe
Carà