Raccolta di firme per la normalizzazione
dei servizi alle poste
TEAM DI LAVORO ED UTENTI
LA FASE OPERATIVA
PIETRAPERZIA Raccolta di firme per la
normalizzazione dei servizi alle poste di Pietraperzia. Nella giornata di ieri
sono state raccolte circa 600 firme. L’iniziativa è partita dai cinque consiglieri di opposizione Vincenzo
Calì, Calogero Di Gloria, Rosa Maria Giusa, Silvia Romana, Antonio Viola.
Le firme
sono indirizzate al prefetto di Enna Maria Rita Leonardo, alla dirigenza regionale e nazionale delle
poste.
“La
raccolta di firma nasce – dichiara la professoressa Silvia Romano – per chiedere
che venga ripristinato l’organico dei portalettere che è di tre unità, mentre
in atto se ha uno tutto su Pietraperzia ed un altro su Pietraperzia e Barrafranca.
Quindi ribadiamo tre portalettere e lo smistamento della posta deve avvenire a Pietraperzia;
non vogliamo essere accorpati con Barrafranca.Inoltre
chiediamo che gli sportellisti in ufficio siano quattro in pianta stabile,
perché spesso agli sportelli si hanno due o tre unità”.
Di rincalzo
il consigliare Calogero Di Gloria
evidenzia che “spesso la posta arriva in ritardo e molte scadenza vanno a finire
in mora. Abbiamo casi in cui la posta non viene recapitata: si sono avuti casi
di persone anziane che hanno avuto
tagliato il telefono, perché non avevano pagato la bolletta perché non recapitata;
tante riviste non vengono consegnate e spesso vanno perdute”.
“Un
encomio - dichiara il dottor Antonio
Viola - va ai dipendenti in servizio che con molto senso civico e con molta pazienza svolgono il loro dovere tollerando sovente le
impazienze di alcuni utenti in sala che danno segni di insofferenza. A nostra
avviso la riduzione di personale è una scelta avventata che rende il servizio
rallentato. A volte si sono avute persone che hanno fatto due ore di fila. Noi
vogliamo che i nostri cittadini alle poste vengono trattate da persone civili:
agogniamo che i cittadini debbano essere serviti con celerità evitando lungo
code”.
“Per
concludere – dichiara Maria Rosa Giusa – noi affermiamo solennemente che il “dado
è tratto” e non ci fermeremo fino a quando non si avrà la normalizzazione”.
Giuseppe
Carà