Giornata pirandelliana alla
Biblioteca Comunale
LUIGI PIRANDELLO
PIETRAPERZIA.”Brillante partecipazione – afferma
il sindaco Antonio Bevilacqua – ha avuto la celebrazione della “Giornata Pirandelliana” organizzata dalla Biblioteca
Comunale tramite i due funzionari Antonio Caffo ed Angelo Genzone, sostenuti
dal capo settore Vincenzo Tumminelli. Faro della serata è stata la relatrice Lucia
Miccichè che ha presentato il pensiero e la poetica del grande drammaturgo di
Girgenti. La celebrazione è scaturita dalla ricorrenza dei 150 anni della
nascita; per la circostanza è stato presentato il manoscritto “Pensaci,
Giacomino!”.
Ha
dato la presenza la soprintendenza ai beni culturali di Enna con l’architetto Luigi Maria Gattuso e la
dottoressa Marcella Gianfranceschi che hanno presentato la preziosità del
manoscritto emblematicamente espressione della filosofia di Pirandello che
volle chiudere il cammino terreno facendosi cremare.
La dottoressa Miccichè tra l’altro ha
affermato: “Il
manoscritto originale “Pensaci
Giacomino!”, che possediamo nella nostra Biblioteca, è un tesoro altissimo che
contiene anche le correzioni, segnate a matita. È tradotto sia in italiano che
in siciliano, perché il “Maestro” considerava il siciliano più da effetto. Il
testo teatrale apparteneva a Giovanni Grasso attore catanese che donò il
manoscritto al collega Giovanni Giarrizzo, nostro compaesano. Un voto e una
promessa quella di Grasso, nei confronti del suo caro amico con cui si scambiarono
diverse lettere”.
“Il Nobel dato a Pirandello nel 1934 per
“Il Fu Mattia Pascal” ed altre opere” - continua la dottoressa Lucia Miccichè in
chiusura – sancisce la filosofia sempre attuale dello scrittore che vede nel
palcoscenico del mondo, ognuno che recita la propria parte”.
Inoltre uno dei maggiori esempi di questo
pensiero è il romanzo “Uno, Nessuno e Centomila”: - “Uno” perché ogni persona crede
di essere un individuo unico.
-“Centomila” perché l'uomo possiede dietro la maschera, tante
personalità.
- “Nessuno” perché, se
l'uomo ha centomila personalità è come se non ne possedesse nessuna. Egli certamente
non ha trovato il suo “Io”.
Giuseppe Carà