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venerdì 21 giugno 2019

PIETRAPERZIA. “Il Comune si costituirà Parte Civile al processo contro gli autori dell’incendio dell’auto del dottore Raimondi”.

PIETRAPERZIA. “Il Comune si costituirà Parte Civile al processo contro gli autori dell’incendio dell’auto del dottore Raimondi”.

PIETRAPERZIA. Lo ha detto il sindaco Antonio Bevilacqua. La sua affermazione durante il consiglio comunale straordinario. I lavori d’aula convocati nella sede della Rsa di via Sant’Orsola. Al tavolo della presidenza il sindaco Antonio Bevilacqua, Francesco Iudica – direttore generale Asp 4 di Enna – oltre  a Piero Nocilla – direttore del distretto sanitario di Piazza Armerina – e a Gaetano Raimondi, responsabile risorse umane cooperativa “Euronia” di Cerami. Tale cooperativa gestisce il servizio alla Rsa di via Sant’Orsola. In aula anche Luigi Simonte, direttore della Rsa. Il consiglio comunale straordinario per rispondere in maniera concreta e decisa al grave atto di vigliaccheria da parte di ignoti. Nella notte dello scorso 31 maggio, persone ignobili, ancora senza volto e senza un nome, avevano appiccato l’incendio  alla Lancia “Delta” di Gaetano Raimondi parcheggiata in piazza Vittorio Emanuele. Le violentissime fiamme avevano distrutto pure un seggiolino per bambini che si trovava all’interno dell’auto. Al termine dei lavori, stilato un documento di solidarietà a firma del sindaco di Pietraperzia, della giunta municipale e del consiglio comunale. Il dottore Francesco Iudica ha espresso solidarietà ed auspicato che simili atti non abbiano a ripetersi. “Da parte nostra – ha continuato Francesco Iudica – continueremo ad offrire un servizio importantissimo per la collettività”. Dello stesso avviso Piero Nocilla. Il sindaco Antonio Bevilacqua ha espresso solidarietà nei confronti del sottore Gaetano Raimondi e soddisfazione per la decisione dello stesso Raimondi di continuare ad esercitare la propria attività a Pietraperzia. Gaetano Raimondi, da parte sua, ha detto: “Anche grazie alla solidarietà ricevuta da Pietraperzia e dall’Asp 4 di Enna oltre che dal distretto sanitario di Piazza Armerina, continuerò a svolgere il mio lavoro con abnegazione e notevole impegno”. “Auspico – ha continuato Raimondi – che i responsabili vengano individuati e che sia ripristinato un clima di serenità. Certamente un territorio come questo ha bisogno di aziende e di professionisti che decidono di investire in un territorio che non può permettersi di fare scappare professionisti ed aziende che offrono posti di lavoro ed occasioni di sviluppo”. Gaetano Raimondi,  a conclusione del suo intervento, ha voluto lanciare un messaggio forte e chiaro: “Non ci lasceremo sicuramente scoraggiare o intimidire da simili atti di vigliaccheria che nuocciono non soltanto ai diretti interessati ma all’intera comunità”. Questo il documento integrale a firma del sindaco Antonio Bevilacqua, della giunta municipale e del consiglio comunale di Pietraperzia: “Il sindaco, gli assessori e il Presidente del Consiglio e i consiglieri del Comune di Pietraperzia a nome delle Istituzioni ed Organi che rappresentiamo desideriamo esprimere la più ampia e piena solidarietà al dottore Gaetano Raimondi, responsabile delle Risorse Umane della cooperativa Euronia”. “Il dottore Raimondi, nella notte fra il 30 e il 31 maggio 2019, subiva un gravissimo atto intimidatorio. Veniva infatti data alla fiamme e completamente distrutta la sua autovettura. Il fatto avveniva in pieno centro, nei pressi della struttura dove il dottore Raimondi alloggiava”. “Con tale attentato – si legge nello stesso documento – oltre che arrecare un grave danno patrimoniale, veniva gravemente compromessa la tranquillità di una persona che aveva svolto solamente il proprio dovere. Come dimenticare le parole del padre del giovane professionista che, alla presenza del Sindaco, del Presidente del Consiglio Comunale, del Direttore Generale dell’Asp 4 di Enna e del Direttore del Distretto Sanitario di Piazza Armerina oltre che delle Forze dell’Ordine intervenute, nelle ore immediatamente successive all’attentato, manifestava tutta la sua preoccupazione per quello che sarebbe potuto capitare non solo al figlio ma all’intera famiglia. L’incendio aveva, infatti, totalmente divorato anche il seggiolino di un bambino (il figlio del dottore Raimondi)”. “Ad aggravare la preoccupazione – si legge nello stesso comunicato – contribuiva un altro grave fatto avvenuto a poche ore di distanza e a pochi chilometri. A Barrafranca, infatti, veniva data alle fiamme l’autovettura di un carabiniere in servizio presso la locale stazione dei Carabinieri. Tutto, ancora una volta, sembrava volgere al peggio per la nostra comunità perché l’attentato subito direttamente dal dottore Raimondi era indirettamente rivolto alla cooperativa per conto della quale lo stesso gestiva le risorse umane di questa struttura. In questi casi, infatti, viene automatico pensare di mollare tutto ed andare via. E proprio questo era il timore che ci portavamo dentro in quei momenti; ancora una volta questa comunità mostrava il volto più brutto, quello della delinquenza e degli attentati mafiosi e questo non può che portare povertà culturale. Lo sconforto era tanto con la consapevolezza di non potere forzare la mano ad un’azienda venuta per lavorare, e offrire servizi”. “Tuttavia la risposta – continua il documento -, già nelle ore immediatamente successive al grave fatto è stata di ben altra natura. Sia il dottore Raimondi, sia il dottore Di Bella – responsabile della cooperativa – hanno subito manifestato l’intenzione di continuare a lavorare nella struttura con più forza di prima e a non darla vinta a quella parte di comunità che vuole mantenere il controllo con la violenza e la sopraffazione e mira ad annientare le poche realtà lavorative che ancora sopravvivono tra Barrafranca e Pietraperzia”. Il documento continua: “La forza che il dottore Raimondi e la sua famiglia stanno dimostrando in questi giorni è encomiabile e, occorre ribadirlo, non era scontato che ciò avvenisse. Questo grande sforzo è stato rappresentato nelle opportune sedi ed in particolare ne è stata resa edotta la dottoressa Giusy Scaduto, Prefetto della Repubblica presso la Prefettura di Enna”. “Lo sforzo di tutte le istituzioni coinvolte – si legge a conclusione del documento – del Comune di Pietraperzia e dell’Asp di Enna, deve essere volto a non cedere di un passo di fronte a questi atti mafiosi e a dare manforte a quanti dimostrano con i fatti che la delinquenza si può combattere e che si deve continuare a lavorare a testa alta a tutela delle regole e della legalità