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domenica 20 marzo 2011

COMUNICATO STAMPA DEL CIRCOLO DI CULTURA SU 150 DELL'ITALIA UNITA

PIETRAPERZIA CELEBRA150 dell'ITALIA UNITA

Il dotto intervento dello storico Marotta

I soci del Circolo di Cultura
PIETRAPERZIA. Grande partecipazione popolare alla manifestazione del 18 marzo per la celebrazione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia organizzata dal Circolo di Cultura. La chiesa del Rosario era gremita di persone. Di grande fascino è stato il gioco di luci in fondo alla chiesa con i tre colori della bandiera italiana: rosso, bianco e verde. I sodalizi (società Margherita, Combattenti, Militari in Congedo, Circolo di Cultura) hanno partecipato con le loro bandiere tricolori; mentre il sindaco Enzo Emma ha partecipato con il gonfalone comunale.
Le note dell’inno di Mameli, intonato dai ragazzi del coro e dell’orchestra dell’istituto comprensivo diretti da Laura Monaco e da Franco Lotario, hanno dato il via alla manifestazione. Il presidente del circolo di cultura Giovanni Falzone, nel corso del suo intervento di apertura, dopo aver ribadito le ragioni dello stare insieme che hanno portato ad “affratellare” nell’iniziativa il circolo Polites, l’Accademia Cauloniana, il gruppo Scout, l’Istituto Comprensivo “Vincenzo Guarnaccia” , ha sottolineato che la manifestazione, voluta da tutti i soci del circolo, è stata dedicata soprattutto ai giovani a cui sono state consegnate le speranze per un’Italia migliore e diversa da quella attuale e a cui veniva affidato il testimone (bastone sportivo) di un’ideale staffetta generazionale fino alla prossima celebrazione del 200° anniversario. Dopo i saluti del sindaco Vincenzo Emma, ha preso la parola il preside Arcangelo Amoroso che ha ripercorso le varie riforme della scuola negli anni post unitari. Gli interventi dei giovani del circolo Polites, (Antonio Bevilacqua e Sebastiano Salerno) e di Donatella Di Gregorio hanno sottolineato che loro sentono l’unità d’Italia come valore assoluto e come condizione indispensabile per lo sviluppo del paese tutto e rifiutano la logica dei particolarismi regionalistici. Di grande valore il saluto del Prefetto Giuliana Perrotta che ha molto apprezzato la celebrazione della manifestazione a cui ha voluto essere presente nonostante contemporanei impegni a Piazza Armerina e Enna. Di carattere provocatorio l’intervento del parroco della Matrice don Pino Rabita che ha ricordato “lo scippo” dei beni ecclesiastici da parte dello stato unitario. Il dotto ricercatore storico locale e faro per la cultura del paese don Filippo Marotta ha ripercorso le fasi storiche che portarono all’unità d’Italia contestualizzandole alla realtà siciliana e pietrina. Il vescovo Michele Pennisi, reduce da un faticoso tour de force che lo ha visto presente nel giro di 24 ore a Roma, a Valguarnera, a Riesi e in ultimo a Pietraperzia, ha ricordato le parole di don Luigi Sturzo nel suo celebre discorso dei “liberi e forti” a proposito del valore dell’Unità d’Italia. L’intervento conclusivo del prof. Giuseppe Giarrizzo, professore emerito dell’Università di Catania siciliano ha fatto il punto su 150 anni di storia italiana ed ha esortato i giovani a non considerarsi vittime di questo tempo, invitandoli ad impegnarsi per il loro avvenire così da farsi trovare pronti quando passerà “il treno del futuro, il treno della speranza”. L’inno d’Italia cantato da tutti i presenti sulle note della banda musicale “Vincenzo Ligambi” ha chiuso una serata che resterà nella memoria storica del paese.

Don Pino Carà


sabato 19 marzo 2011

AFORISMA DI NICOLETTA NONNA 19 MARZO 2011

"VITAE BREVIS EST CURSUS, GLORIAE SEMPITERNUS”
(Cicerone)
Il corso della vita é breve, quello della gloria eterno
L'ANTROPOLOGA NICOLETTA NONNA
Meraviglioso vivere gli attimi presenti
 nel Risorto
Don Pino

*L' aforisma ciceroniano ci propone il confronto tra la vita terrena e la gloria del Cielo. Il tempo passa inesorabile. Ore, giorni, settimane, mesi, anni, decadi...se guardiamo a ritroso nella nostra vita, diciamo : tutto qui? Anni sfumati e svaniti. Rimane in noi solo qualche ricordo della breve vita. Lotte, sofferenze, piaceri, trasgressioni, divertimenti, preghiere, angosce, noia, superficialità, contemplazione. Il ventaglio della vita presenta infinite angolature. E' inutile e controproducente rimpiangere il tempo passato. E' necessario proiettarsi in avanti con la mente e con l'anima. Vivere nel presente, ma proiettati verso il futuro, con la consapevolezza della fugacità della vita terrena e che la chiamata del Signore può giungere in qualsiasi istante. Dobbiamo essere sempre vigilanti e non farci cogliere spiritualmente impreparati. In fondo, se abbiamo vissuto e sperimentato la Parola di Dio ed i suoi comandamenti, andiamo a vivere nella dimora eterna del Regno dei Cieli. Nulla Egli dimentica di ciò che è in noi di buono. Il Signore cosa guarda in ogni persona? Egli osserva ed accoglie stupito la passione che abbiamo per Lui, nella ricerca, nella sofferenza , nel tempo trascorso ad amarlo in qualsiasi modo. Il regno di Dio in noi è la coscienza della propria eternità; chi ne è consapevole "germoglia e cresce spontaneamente come il grano verso la mietitura ". Il male nel mondo nasce anche dal fatto che l'uomo, sentendosi effimero, affastella molte cose, avendo fretta di arrivare, di accumulare, mette insieme bene e male, virtù e vizio, giustizia e ingiustizia. Questa febbre di far presto ha una sua radice nella coscienza di essere effimeri, quindi nel tempo; e un'altra nel terrore della morte vista come ignoto .L' uomo vive spesso una realtà contraddittoria, è ammalato nel profondo del suo essere, colpito da angosce, paure, disperazione. Non potrebbe essere un valido rimedio il pensiero dell'eternità dell'anima? Chi si sente eterno diventa come il mare verso il quale tutto confluisce, e come il mare non tollera cose morte, le rigurgita.(G.Vannucci, Verso la luce ) Ogni cristiano autentico dovrebbe essere il testimone vivente dell'eternità. Eternità intesa come trascendenza dal tempo e dallo spazio. Eternità coincidente ad ogni istante a cui non possono essere posti limiti. E' vero: nella nostra dimensione spazio-temporale dobbiamo basarci sul tempo cronologico che scandisce i ritmi vitali. Ma interiormente sappiamo che essi non ci riguardano, non intaccano la nostra essenza immortale, non scalfiscono l'anima. Che senso ha, allora, accumulare tanti beni materiali o lasciarsi sommergere da molteplici affanni e preoccupazioni? L'autentico cristianesimo richiede il distacco dalla vita e da se stessi per un motivo molto valido e profondo: la vera vita inizia sì da quella terrena, ma prosegue in modo superiore e nella pienezza extra-temporale.
Nicoletta Nonna
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Jesus Christus, heri et hodie, ipse est in saecula!





venerdì 18 marzo 2011

Dio si è fidato di lui ed egli si è fidato di Dio.

Dio si è fidato di lui ed egli si è fidato di Dio

LA SANTA FAMIGLIA

Su questa natura solida e onesta la giustizia e l'obbedienza si pongono a completamento di un cammino spirituale completo.
Dio si è fidato di lui ed egli si è fidato di Dio.
C'è stato dunque un rincorrere mutuo di fiducia tra il Creatore e la creatura; tra la grazia e l'umanità.
Come San Giuseppe, modello e guida per la nostra vita, amiamo e serviamo non solo la nostra famiglia ma l'intera nostra Chiesa. 
Imitiamo questo grande Santo come anche il silenzio, la fede e l'obbedienza della sua Sposa, Maria. 
Incontrando le innumerevoli difficoltà, come Maria e Giuseppe, fidiamoci sempre di Dio, soprattutto quando le forze e la salute vengono a mancare.
Come Giuseppe, uomo temprato dall'umana fatica e dalla fatica della fede, che ci insegna ad ascoltare i silenzi di Dio con la docilità e la virilità dei santi
.
DON PINO CARA'

giovedì 17 marzo 2011

TE DEUM e benedizione di S.Em. Card. Angelo Bagnasco - 150.mo anniversario dell'Unità d'Italia


Noi ti lodiamo, Dio * 
ti proclamiamo Signore. 
O eterno Padre, * 
tutta la terra ti adora.

A te cantano gli angeli * 
e tutte le potenze dei cieli: 
Santo, Santo, Santo * 
il Signore Dio dell'universo.

I cieli e la terra * 
sono pieni della tua gloria. 
Ti acclama il coro degli apostoli * 
e la candida schiera dei martiri;

le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; * 
la santa Chiesa proclama la tua gloria, 
adora il tuo unico figlio, * 
e lo Spirito Santo Paraclito.

O Cristo, re della gloria, * 
eterno Figlio del Padre, 
tu nascesti dalla Vergine Madre * 
per la salvezza dell'uomo.

Vincitore della morte, * 
hai aperto ai credenti il regno dei cieli. 
Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. * 
Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.

Soccorri i tuoi figli, Signore, * 
che hai redento col tuo sangue prezioso. 
Accoglici nella tua gloria * 
nell'assemblea dei santi.

Salva il tuo popolo, Signore, * 
guida e proteggi i tuoi figli. 
Ogni giorno ti benediciamo, * 
lodiamo il tuo nome per sempre.

Degnati oggi, Signore, * 
di custodirci senza peccato. 
Sia sempre con noi la tua misericordia: * 
in te abbiamo sperato.

Pietà di noi, Signore, * 
pietà di noi. 
Tu sei la nostra speranza, * 
non saremo confusi in eterno.Amen

mercoledì 16 marzo 2011

Festa nazionale sui 150 anni dell'unità di Italia







LA PATTUGLIA ACROBATICA

E'  LA PATTUGLIA ACROBATICA CHE FORMA I COLORI DELLA NOSTRA BANDIERA.
Questa Pattuglia Acrobatica punta verso l'alto , verso il Cielo ,
tracciando e trascinando dietro di se il Tricolore , l'Italia .
Un augurio da noi Italiani alla nostra Italia : susciti il Signore
Persone di animo nobile e generoso che elevino noi tutti dallo
smog all'ossigeno , dalla terra al Cielo ,e che pur pensando alla
necessaria ripresa economica , non trascurino i valori spirituali ,
cristiani che sono sempre stati radicati nella nostra gente e che
era l'elemento comune di unità già prima dell'Unità d'Italia .
Siamo in Quaresima e verrebbe da dire : Convertiamoci tutti
ad una vita più rispettosa di Dio e degli Uomini .
Viviamo in modo da meritare la benedizione di Dio sulla
nostra Madre Terra .
 Padre Mattia
                                                                                            

martedì 15 marzo 2011

LA TENEREZZA DI DIO


LA TENEREZZA DI DIO

«Alcuni anziani si recarono dal padre Poemen e gli chiesero: "Se vediamo dei fratelli che sonnecchiano durante la liturgia, vuoi che li scuotiamo, perché rimangano desti durante la veglia?" Ma egli disse loro: "Veramente, se io vedo un fratello che sonnecchia, metto la sua testa sulle mie ginocchia e lo lascio riposare".» [Poemen, n. 92].

La cura straordinaria e la grande tenerezza dei Padri si rivela in questo detto di Poemen. Fa pensare che, al di là di ogni regola scritta o comunque osservata, tutto debba passare (= essere filtrato) da un semplice buon senso, che è oltre ogni regola e norma e che non si insegna. Il buon senso che è tenerezza, appunto, gentilezza nei modi e nei pensieri, accortezza, cura, attenzione all'altro come "essere altro", con una sua dignità che va oltre le leggi e le norme stabilite. Così dovrebbe essere intesa ogni teologia morale che si trova davanti non un fatto, ma una persona che ha fatto qualcosa. Una persona che ha necessità di quella tenerezza e di quella misericordia, che solo Dio sa veramente donare: che è un amore che supera la giustizia. In ogni istante, mi piace affidarmi a questa tenerezza che è di Dio, più spesso che degli uomini, alla sua misericordia che accoglie la mia anima sulle sue ginocchia e la lascia riposare.

MANIFESTAZIONE PER IL 150° DELL'UNITA' D'ITALIA

Manifestazione PER IL 150° dell’Unità d’Italia
IL DOTT. GIOVANNI FALZONE
PIETRAPERZIA. La comunità locale celebrerà l’anniversario del 150° dell’Unità d’Italia venerdì prossimo alle ore 17,30 nella chiesa del Rosario.
Promotore dell’iniziativa è stato il presidente del circolo di Cultura Giovanni Falzone. All’iniziativa hanno fatto eco, gli scout di Filippo Puzzo, Padre Filippo Marotta per l’accademia cauloniania ed il movimento giovanile di cultura politica Polites.
Il nutrito programma è stato così strutturato: Accoglienza musicale del coro dell’Istituto comprensivo “Vincenzo Guarnaccia” diretto dal professor Franco Lotario. Presentazione della celebrazione, il dottor Giovanni Falzone. Saluto delle autorità: Il prefetto di Enna, Giuliana Perrotta; il vescovo di Piazza Armerina Michele Pennisi; il sindaco del paese Vincenzo Emma.
Svilupperà la riflessione “La scuola e l’unità di Italia” il preside Arcangelo Amoroso. Il tema i giovani e l’unità d’Italia sarà approfondito dal gruppo Scout di Pietraperzia e dai giovani Antonio Bevilacqua e Salvatore Salerno del gruppo Polites. Padre Marotta si soffermerà su “Pietraperzia nel Risorgimento”. Il professor Giuseppe Giarrizzo emerito preside della facoltà di lettere dell’Università di Catania e docente di Storia Moderna terrà la sua lezione magistrale su “150 anni di storia italiana”.
Chiuderà la manifestazione la banda musicale “Vincenzo Ligambi” diretta dal Maestro Salvatore Bonaffini.
“Tutto il paese si è mobilitato – dichiara il sindaco Enzo Emma – per questo avvenimento di elevato spessore cultuale e storico. Il programma predisposto fa intravedere una serata di tripudio e siamo grati alle istituzioni piramidali della provincia che con la loro presenza daranno lustro all’iniziativa. Per sviluppare il tema centrale della manifestazione non ci poteva essere una figura più elevato del professor Giuseppe Giarrizzo che è molto legato alla nostra realtà e che in passato è stato presente per illustrare tematiche sul nostro paese nella sua dimensione storica globale.
Un grazie particolare va al dottor Giovanni Falzone, che in qualità di presidente del circolo di cultura ha saputo raccordare una manifestazione di grande portata che è una tappo storica nella vita del nostro paese”.
Don Pino Carà

lunedì 14 marzo 2011

I LAUDATARI APRONO LA QUARESIMA

 I Laudatari aprono la quaresima
I CONFRATI LAUDATARI
PIETRAPERZIA. In questo periodo di quaresima “I Laudatari” della confraternita Maria Santissima del soccorso hanno iniziato a “Ladare” lungo le strade del paese. Sono una cinquantina che il martedì e venerdì fanno prova per preparare il canto della passione che accompagna tutta la processione di “Lu Signuri di Li Fasci”. Il gruppo accompagnato dal governatore Giuseppe Maddalena ha aperto le ladate in Piazza Vittorio Emanuele; tantissime persone sono state attratte dal tipico canto che affonda le sue radici nel medioevo con Jacopone da Todi. “La ladata – afferma il governatore Giuseppe Maddalena .—è un canto polivocale, con coro di accompagnamento, eseguito da tre voci soliste, in cui si narra la Passione e morte del Signore. Essa rappresenta un modo corale di partecipazione alla morte di Cristo. Tramandata oralmente di padre in figlio è giunta fino a noi con tutto il fascino ed il pathos che riesce a creare.

Un tempo il canto veniva eseguito per le strade del paese da gruppi di “ladaturi”, per lo più “jurnatara” cioè braccianti e gessai, oggi sostituiti dai confrati della confraternita Maria SS. del Soccorso, che, dall’anno 2001 si è assunta l’onere e l’onore di salvare e salvaguardare questo ricco patrimonio di fede e di cultura popolare. Durante la processione vengono cantate molte strofe delle 36 ottave che compongono la ladata pietrina.

I versi sono conosciuti anche in alcuni comuni limitrofi, come Caltanissetta, Resuttano e Milena. I versi cantati a Pietraperzia sono uguali a quelli di Caltanissetta dove un tempo i laudatori si recavano e dove erano apprezzati per la particolare melodia”.

“La ladata, - continua il governatore Maddalena - dopo l'interruzione dell’anno 2001 è stata ripresa per volontà della Confraternita. I confrati sotto la guida attenta del  maestro Pino Amico, hanno imparato l'antica melodia, un tempo conosciuta dagli antichi ladatura. Il maestro Amico ha studiato il canto servendosi di alcune cassette registrate e poi uccessivamente ha ricostruito la melodia, che ha poi insegnato ai confrati. Oggi sono circa 50 i confrati che eseguono la prima, la seconda e la terza voci. Fanno da coristi: Vincenzo Amico, Liborio Miccichè, Franco Calvino, Giovanni Maiorana, Pietro Palascino, Giuseppe, Paci, Giovanni Fiorino, Giuseppe Modesto, Gianluca Vinci, Enzo Bongiovanni e Mimmo Domenico”.

La complessa celebrazione di lu Signuri di li fasci è organizzata dalla Confraternita Maria SS. del Soccorso.

L’otto settembre i confrati vestono l'abito classico delle Confraternite. La confraternita nel 1902 donò la somma di lire 205, equivalente alla rendita costituita dalla principessa Moncada nel 1584, in favore dell'erigendo ospedale Rosina Di Natale. L’urna con il Cristo morto è opera del valente artigiano Filippo Panvini che la realizzò in stile baroccheggiante nel 1933. E' stata restaurata nel 2010, riportandola all’antico splendore, dalla restauratrice Mariangela Sutera di Enna.I confrati attualmente sono 77 oltre i novizi che sono 6. Il totale tra effettivi e novizi e di 83.Il Consiglio Direttivo è così composto Giuseppe Maddalena governatore, Rocco Marotta vice governatore, Vincenzo Spampinato cancelliere, Antonino Ciulla tesoriere, Angelo Ippolito assistente, Filippo Puzzo assistente, Andrea Rapisardi assistente.

Don Pino Carà







IL RISORTO E' ACCANTO A NOI.

Avevo-fame
1. « Avevo fame

e tu mi hai dato pane ».

Quando, Signore,

se non ti ho visto mai?

«Avevo freddo

tu e mi hai rivestito ».

Eppur, Signore,

io non ti ho visto mai

Rit. La tua speranza

nel cuore di chi soffre

con il mio dono

riaccendere potrò.

«Avevo fame

e tu mi hai dato pane ».

Ora comprendo

che vivi in mezzo a noi.

2. L'uomo malato,

il povero indifeso,

il carcerato,

chi è senza libertà,

sono tua voce

e sono tua presenza!

Eppur, Signore,

io non ti ho visto mai

Rit. La tua speranza

nel cuore di chi soffre

con il mio dono

riaccendere potrò.

L’uomo malato,

il povero indifeso

Ora comprendo

che vivi in mezzo a noi.

Suor Ivana









domenica 13 marzo 2011

ANCORA MATCH PALASCINO - EMMA

 Nuovo scontro Palascino – Emma
PALAZZO DI CITTA'
PIETRAPERZIA. Continua martellante l’assalto dell’ex sindaco Palascino all’amministrazione del sindaco Vincenzo Emma. Con un corposo documento le critiche si muovono su un polinomio: Pasquasia, strada delle Serre, taglio dei pini, feste in genere ed il turismo; in modo particolare il match si è focalizzato sulla strade Serre - Musalà per danni arrecati dai mezzi pesanti che la percorrono. Dopo un ventennio di stretta collaborazione Palascino – Emma, tra i due politici si sono radicati ostili contrapposizioni. La svolta si è avuta nel fatto che alla guida della diligenza c’è Enzo Emma e Gino Palascino ha dovuto cedere il timone.
Puntuale e dettagliata la risposta del primo cittadino che afferma: “Alle critiche pretestuose e strumentali rispondiamo con i fatti. Ai cittadini abbiamo dato una dettagliata relazione su quanto da noi realizzato nei primi sei mesi della mia amministrazione, dove si dimostra che noi non siamo secondi a nessuno. Per Pasquasia siamo attivi in un contesto provinciale e con determinazione stiamo lavorando per la  bonifica e per  l’apertura: abbiamo serie prospettive di riuscita. Per i "Pini" ribadiamo che il comune è stato citato in giudizio almeno da una diecina di persona. Per la strada Serre – Musalà abbiamo avuto un summit con il luogotenente Pasquale Tumminaro, l’ing. Salvatore Patti ed il sottoscritto. Già la ditta che passa con i suoi mezzi ha fatto degli interventi di riparazione a cominciare della Chiesa del Monserrat appartenente ai Palascino; comunque noi siamo sempre attenti anche con la vigilanza severa della nostra polizia municipale.
Infine l’ex sindaco Palascino nel corposo documento fa alcune considerazioni sulla sua sconfitta alle elezioni comunali e non risparmia attacchi a coloro che sono stati i suoi avversari. C’è da dire che tutte le volta che Palascino ha perduto le elezioni è stato una spina al falco a chi ha conquisto il palazzo di Città, antico convento dei frati domenicani che mantiene integro il fascino della sua antichità.
Nell’ultimo trentennio la vita politica ed amministrativa ha visto divisioni laceranti e come conseguenza “tutti contro tutti”, al punto  di aver ridotto il paese in uno stato di grave sofferenza. Sulla situazione del disagio del paese non si salva nessuno.
DON PINO CARA'






DON LUIGI STURZO ED IL SECONDO RISORGIMENTO

Don Luigi Sturzo e il secondo Risorgimento
del vescovo Michele Pinnisi
DON LUIGI STURZO
Nel commemorare i 150 dell’Unità d’Italia non si può dimenticare il contributo teorico e pratico di don Luigi Sturzo.
Egli sottolineò che alla maturazione del problema nazionale, che preparò l’atmosfera per l’indipendenza e l’unità d’Italia, contribuirono soprattutto i cattolici liberali e neo guelfi , che ipotizzavano un’Italia confederata con a capo il Papa. Egli cita i nomi di Vincenzo Gioberti, Antonio Rosmini, Alessandro Manzoni, Silvio Pellico, Nicolò Tommaseo, Cesare Balbo.
Sturzo non rifiutò l’Unità d’Italia come risultato del Risorgimento, ma il modo con cui si realizzò con un centralismo soffocante che ridusse l'unità ad uniformità e per la sua politica antiecclesiastica. Egli conciliò la fedeltà alla Chiesa con l’amore alla patria affermando nel discorso di Caltagirone del 1905:” Noi oggi possiamo affermare che fu un bene l’unità della patria, che fu un bene per essa si fosse lottato; e che però, nel perseguire questo ideale, molti generosi ebbero slanci di virtù, molti ingannarono e fecero male. Il patrimonio di oggi può essere inquinato, rovinato anche dalle ipoteche di un passato dilapidatore; ma ci ha dato una vita, e l’affermiamo questa vita col nostro intervento”. Ricordando la fine del potere temporale don Sturzo scrisse:” Quel che sembrò e fu allora una disfatta, a poco a poco divenne un nuovo motivo di maggiore simpatia del mondo cattolico, e di quello non cattolico di buona fede, verso il papato. Tolto il peso del principato terreno, sembrò a molti che il potere papale si fosse, anche nelle apparenze, più spiritualizzato.”.
In tutta la sua attività socio-politica Sturzo avvertì la necessità che lo Stato unitario si desse un’articolazione organica attraverso l’autonomia degli enti locali e una “federalizzazione delle varie regioni che lasci intatta l’unità di regime. Per Sturzo l’unità d’Italia non poteva dirsi risolta senza la soluzione della questione meridionale che chiamerà “il secondo risorgimento”. In un discorso pronunciato a Napoli nel 1917, egli afferma che la questione meridionale è «un problema morale e politico di primissimo ordine (...) che ha una decisiva importanza per il nostro avvenire e il nostro secondo risorgimento».
In un discorso tenuto a Napoli il 18 gennaio 1923 Sturzo , da segretario del partito Popolare Italiano , illustra in modo organico la sua impostazione della questione meridionale, auspicando una politica mediterranea di ampio respiro:”se la politica che la nazione italiana, non solo i governi ma la nazione italiana, saprà fare, sarà una politica forte e razionale, orientata al bacino mediterraneo, cioè atta a creare al Mezzogiorno un hinterland che va dall'Africa del nord all'Albania, dalla Spagna all'Asia Minore; se questo significherà apertura di traffici, circolazione di scambi, impiego di mano d'opera, colonizzazione sotto il controllo diretto della madre patria;tale fatto darà la spinta a creare nel Mezzogiorno un'agricoltura razionale e maggiore sviluppo di commerci, pari alla propria importanza produttiva». Sturzo si rende conto della gravità dei problemi del Mezzogiorno, del suo ritardo in campo economico, culturale e sociale, ma intuisce che i problemi del Sud non possono essere risolti con un assistenzialismo governativo piovuto dall'alto e con una politica clientelare che tende a dare risposte parziali e contraddittorie, ma vanno risolti collegando il problema del Mezzogiorno ai più generali problemi della comunità nazionale e internazionale. Il problema del Mezzogiorno è un problema complesso di natura non solo economica e politica, ma anche culturale e morale che deve investire, in una visione di largo respiro e a lunga scadenza, tutte le energie delle popolazioni meridionali e della “nazione” italiana in una prospettiva aperta alla speranza. Secondo Sturzo: “...il risorgimento meridionale non è opera momentanea e di pochi anni, o che dipenda da una qualsiasi legge, o che venga fuori dalla semplice volontà di un governo; è opera lunga, vasta, di salda cooperazione nazionale; e che come spinta, orientamento, convinzione, parta dagli stessi meridionali.
Certo il suo progetto per lo sviluppo del Mezzogiorno fondato sul protagonismo delle popolazioni meridionali disposte a rischiare, in un mondo globalizzato e in un contesto storico-culturale in cui ha dominato una politica assistenzialistica e clientelare e lo scetticismo sulle possibilità di una ripresa autopropulsiva del Mezzogiorno, il progetto sturziano di un risorgimento sociale ed economico all’interno di una rinnovata solidarietà nazionale sembra difficile. Ma la centralità che sta riprendendo l'area mediterranea nell’economia e nella politica mondiale con i sommovimenti rivoluzionari di alcuni paesi arabi, il ruolo che nel terzo millennio giocherà l’Africa, la necessità di nuove regole di natura morale nell’economia dopo la crisi finanziaria dei nostri giorni e il dibattito sul federalismo, ci dicono che alcune intuizioni di Sturzo rimangono ancora valide.
La sua concezione autonomistica all’interno dell’unità nazionale era concepita da Sturzo non solo in chiave economico-politica in funzione di motivazioni contingenti, ma scaturiva da una profonda esigenza etico-religiosa basata su un’antropologia sociale ispirata ai valori cristiani e ai principi della sussidiarietà, della solidarietà e del bene comune propugnati dalla dottrina sociale della Chiesa, che evitasse sia l’assistenzialismo che deresponsabilizza sia il particolarismo sociale frutto di un cieco egoismo.
+Michele Pennisi





sabato 12 marzo 2011

VIA CRUCIS IN QUARE$SIMA

VIA CRUCIS IN QUARE$SIMA
Cari fratelli e sorelle,
elemento forte della Quaresima è la VIA CRUCIS. Nel nostro gruppo  "PREGATE CON ME" dedicato a Maria, la nostra Mamma Celeste, non poteva ceramente mancare una via Crucis che potesse racchiudere il dolore di Gesù lungo il Suo cammino con la Croce verso il Calvario, ma anche l'amore della Madre che non abbandona Suo Figlio, durante questo duro cammino che lo conduce alla morte. Maria accetta la volontà di Dio Padre, di vedere Suo Figlio appeso ad una Croce, morire per salvare tutti noi.
"E anche a te una spada trafiggerà l'anima" così predisse Simeone e così si verificò....Maria soffrì in silenzio, ed è proprio in questo silenzio dell'anima che noi dobbiamo pregare e purificarci in questo periodo di Quaresima, per accogliere la LUCE DI CRISTO RISORTO dentro il nostro cuore.
Quindi ogni venerdì con questo spirito faremo la via Crucis. razie di cuore, buon cammino di preghiera a tutti.
Maria Maistrini



venerdì 11 marzo 2011

AFORISMA DI NICOLETTA: "Mendacem memorem esse oportet".

"Mendacem memorem esse oportet"
(Quintiliano)
E' necessario che il bugiardo
abbia buona memoria
L'Antropologa Nicoletta Nonna
"Mendacem memorem esse oportet"

(Quintiliano)

E' necessario che il bugiardo

abbia buona memoria

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Urge una crociata a favore della schiettezza.
Dio è verità
Don Pino
Questo aforisma, tra il serio ed il faceto, va a toccare dei punti nevralgici della personalità e dei comportamenti degli uomini. Riguarda la sfera dell' individualità e della psiche. Tutti diciamo bugie per vari motivi. Chi sostiene di dire sempre la verita’ non e’ sincero. Mentire è un’ arte che si apprende a circa tre anni quando il bambino riesce ad immaginare quello che pensano le altre persone. Per la prima volta sceglie di dire una bugia per evitare la punizione. Durante l’adolescenza, invece, la bugia è utile per proteggere il senso di sé. In età adulta occorre distinguere tra il bugiardo sporadico ed il bugiardo cronico. Per ques'ultimo la bugia diventa una " malattia". Se si perde totalmente il contatto con la realtà, si finisce per credere veramente alle menzogne che si raccontano e non si riesce più a fare a meno di dirle : in questo caso sono patologiche .
Raccontare continuamente bugie innesca un circolo perverso, un' escalation: menzogne sempre più grandi per coprire le precedenti, stress per la paura di venire scoperti, necessità di avere un' ottima memoria per " tenere la contabilità " delle bugie. Sosteneva Alexander Pope che " una scusa é peggiore e più terribile di una menzogna, perché la scusa é una bugia guardinga".
Analizziamo i vari motivi per cui si dicono bugie: per educazione e non ferire a sensibilità altrui, per gratificare speciamente i bambini, per uno scopo utilitarisico ossia per non portare a termine un impegno o un incarico, per non far scoprire a qualcuno qualcosa che potrebbe rivelarsi doloroso, per risparmiare un dispiacere.
Chi dice questo tipo di bugie vuole controllare l’altra persona .La persona bugiarda a fin di bene ha una scarsa fiducia dell’altra persona e delle sue capacita’ di affrontare la realtà anche se non e’ positiva (e’ una svalutazione dell’altro)
In realta’ chi dice le bugie a fin di bene lo fa per proteggere se stesso e perche’ in fondo ha paura della reazione di chi ascolta, di rovinare un rapporto,di non riuscire a gestire le proprie emozioni e quelle dell’altra persona.
Le bugie fanno parte delle nostre strategie di sopravvivenza.A volte essere bugiardi con alcune persone ci permette di essere sinceri con altre. Inoltre vi é l' omissione che non è una vera e propria bugia, ma si nasconde la verità o parte di essa. Nel nostro sistema sociale essere leali non significa dire la verità in ogni circostanza e a qualsiasi costo .
Nicoletta Nonna
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Jesus Christus, heri et hodie, ipse est in saecula!





LE CONFRATERNITE INCONTRANO IL VESCOVO PENNISI

LE CONFRATERNITE
 INCONTRANO MONSIGNOR
 MICHELE PENNISI
I DIRIGENTI
 DELLE CONFRATERNITE
Pontificale del Vescovo
Il Governatore Michele Corvo
 Del Preziosissimo Sangue
La governatrice Rocchina Scalieri
Confraternita dell'Addolorata

GOVERNATORE
 GIUSEPPE  MADDALENA
CONFRATERNITA MARIA SS. DEL SOCCORSO
Raduno delle confraternite
PIETRAPERZIA. Il vescovo Michele Pennisi ha incontrato sabato, cinque marzo 2011, le confraternite locali in chiesa madre con la celebrazione di un rito liturgico. In paese vi sono tre confraternite: Maria SS. Del Soccorso con governatore Giuseppe Maddalena; Preziosissimo Sangue con governatore Michele Corvo e quella dell’Addolorata la cui governatrice è Rocchina Scalieri. Le tre confraternite gestiscono i riti della Settimana Santa, della domenica di Pasqua e della processione del Corpus Domini. I confrati in tutto sono 266; la più numerosa è quella femminile che ha 120 consorelle; quelli del Soccorso sono 84, mentre quelli del Preziosissimo Sangue sono 62.
“Oggi le tre confraternite – ha affermato il governatore Giuseppe Maddalena, nel saluto al vescovo -- continuano nella formazione spirituale dei propri confrati, non tralasciando di promuovere ogni iniziativa volta a salvaguardare il ricco patrimonio di fede e di cultura di cui le confraternite sono ancora oggi detentrici. Ci piace ricordare che grazie all’iniziativa della Confraternita Maria SS. del Soccorso, è stata ripristinata “La Ladata” can bravissimi laudatari. Sappiamo che non ci manca il conforto di Vostra Eccellenza per tutte le iniziative volte alla crescita spirituale dei confrati. ma siamo desiderosi di avere qualche consiglio per potere avvicinare le nuove generazioni allo spirito e al mondo delle confraternite.
Monsignor Michele Pennisi nell’Omelia tra l’altro ha affermato: “Le Confraternite non sono semplici società di mutuo soccorso oppure associazioni filantropiche, ma un insieme di fratelli che, volendo vivere il Vangelo nella consapevolezza di essere parte viva della Chiesa, si propongono di mettere in pratica il comandamento dell’amore, che spinge ad aprire il cuore agli altri, particolarmente a chi si trova in difficoltà”.
“Ogni confraternita - ha concluso il presule - è chiamata ad essere esperienza di fede perché: crea comunione nella dispersione, mostra coraggio nel qualunquismo, offre solidarietà nell’individualismo, stabilisce mete nella confusione, fa carità mentre impera l’egoismo, rende vivi nelle tentazioni di morte, crea una rete nel trapezio pericoloso della vita, porta i santi per portare a Dio, offre un noviziato in un mondo di improvvisatori, porta un abito perché non si vergogna della fede, alza uno stendardo per dar gloria a Dio, sceglie un santo come patrono per seguirne gli esempi, ha casa nella Chiesa per tenerla casa accogliente per tutti, cerca confratelli per sconfiggere la solitudine, partecipa alla processioni per allenarsi alla processione definitiva verso la celeste Gerusalemme”.
Don Pino Carà






mercoledì 9 marzo 2011

BENEDETTO XVI: LA QUARESIMA E' INCONTRARE GESU'

 la Quaresima è incontrare Gesù


La Quaresima è un cammino consistente non tanto in una legge da osservare, quanto piuttosto nella stessa persona di Gesù da incontrare, da accogliere, da seguire, nella riscoperta del vincolo battesimale.
Quaresima è un cammino, è accompagnare Gesù che sale a Gerusalemme, luogo del compimento del suo mistero di passione, morte e resurrezione.
Questo itinerario di fede ci ricorda che la vita cristiana è una via da percorrere alla scuola di Gesù, il quale ci dice: “Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua”. Per cui l’uomo, morto al peccato, è reso partecipe della vita nuova in Cristo Risorto”. Un itinerario che, secondo l’antica tradizione cristiana, accompagnava il catecumeno e che oggi è reso attuale proprio dalla liturgia delle cinque domeniche del periodo quaresimale. Le pratiche tradizionali di questo tempo forte della Chiesa sono: il digiuno, l’elemosina e la preghiera.
Il digiuno non è solo l’astinenza dal cibo, ma riguarda anche altre forme di privazione per una vita più sobria, segno esterno di una realtà interiore, del nostro impegno, con l’aiuto di Dio, di astenerci dal male e di vivere del Vangelo.
L’elemosina, invece, non riguarda solo i ricchi e i facoltosi, ma anche quelli di condizione modesta e povera, perché cosi disuguali nei beni di fortuna, tutti possono essere pari nei sentimenti di pietà dell’anima.

La preghiera, infine, è fatta di umiltà e carità, nel digiuno e nell’elemosina, nella temperanza e nel perdono delle offese, dando cose buone e non restituendo quelle cattive.
Don Pino Carà