Baluardo
sulla mafia
I VALENTI ORATORI
PIETRAPERZIA. Serata di frontiera
contro la mafia nella sala convegno del convento di Santa Maria. Mobilitazione generale
della comunità pietrina con tutti i settore antropologici.
L’attacco dei lavori è venuto da Ignazio Cutrò, imprenditore
di Bivona, in provincia di Agrigento, e presidente dell’associazione nazionale
dei “Testimoni di Giustizia” che ha aperto i lavori affermando: “Quando la mia impresa ha chiuso i battenti,
lo Stato ha perso una battaglia nella lotta contro la mafia. La Regione ha
fatto una legge per l’assunzione dei testimoni di giustizia, ma io voglio
tornare a fare l’imprenditore. Lo Stato deve ripristinare la legalità e
mettermi nelle condizioni di lavorare”.
La serata titolata “Mafia Balorda” è stata organizzata dal
sindaco Antonio Bevilacqua e dalla sua amministrazione, alla presenza del
deputato regionale Giancarlo Cancelleri. La storia di Cutrò, che nonostante gli
attentati subiti, i danni per centinaia di migliaia di euro subiti dagli uomini
del racket, ha scelto di non lasciare la sua Bivona, è stato uno dei momenti
più emozionanti della serata, in un salone gremitissimo. Nel contesto della
Kermesse è stato presentato il saggio del giornalista Josè Trovato, “Mafia
balorda”. Ha coordinato i lavori la “mafiologa” Maria Chiara Graziano. Nel
testo viene raccontata, tra l’altro, la vicenda del sindaco di Pietraperzia,
fatto oggetto di un attentato incendiario, alcuni mesi fa, per la sua linea
d’intransigenza morale e di contrasto dell’illegalità. “Ho sentito il calore
della gente e la voglia di cambiare le cose; – ha detto il sindaco Bevilacqua -
ho sentito la presenza in massa di tanta gente, all’indomani dell’incendio del
portone di casa mia: è stato un segnale importante”. Dal canto suo, il deputato
Cancelleri ha parlato di mafia e politica, ribadendo, riferendosi ad alcuni
storici nervi scoperti del territorio ennese, che “un politico non può
incontrare un mafioso”; e ha parlato del ruolo chiave della società nella lotta
alla mafia, che non può essere delegata solo alle forze dell’ordine e alla
magistratura. “Quattro anni fa, quando abbiamo saputo che la mafia di Gela
aveva organizzato degli attentati ai danni di due magistrati di Caltanissetta –
ha raccontato Cancelleri – ci siamo detti: “Perché non andare davanti al
Palazzo di Giustizia di Caltanissetta a far sentire il nostro supporto?”. Ci
siamo ritrovati in 3 mila ed è nato così il movimento “Scorta Civica”, per
aiutare degli eroi vivi”. “Operazioni e personaggi vengono raccontati con il
linguaggio della strada perché è ai giovani, ai loro slang, al loro mondo che
l’autore intende rivolgersi”, ha detto la moderatrice. “A Pietraperzia esiste
da sempre un clan mafioso storico, agguerrito e sanguinario – ha detto Trovato
– che negli ultimi anni ha cercato di rilanciare le proprie attività, dal
racket delle estorsioni al traffico di droga a quello delle armi, che
nell’ultimo periodo, per il clan di Pietraperzia, era diventato una piccola El
Dorado”.
Giuseppe Carà