Ricorso al Tar del Lazio per l’abolizione dell’IMU
L'INQUILINO DELLA TORRE DELL'OROLOGIO ENZO EMMA
PIETRAPERZIA. La giunta comunale ha dato mandato
al sindaco Vincenzo Emma per adire al Tar del Lazio per l’abolizione dell’IMU
(Imposta Municipale Unica) relativa ai tributi sui terreni agricoli. Un decreto
interministeriale (Ministero dell'Economia e delle Finanze, Ministero delle
Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Ministero dell'Interno, Presidenza
del Consiglio dei Ministri) del 28
novembre scorso prevede, che i comuni con un’altitudine superiore a 600 sono
esonerati dal pagare i tributi per i terreni agricoli; quelli che non arrivano
a 600 metri facendo riferimento all’altitudine del municipio dovranno pagare il
tributo agricolo.
Pietraperzia
ha un’altitudine dal livello del mare di 523 metri e quindi gli agricoltori
dovranno pagare i tributi.
Il primo cittadino viene delegato a dare
incarico agli avvocati Andrea Scuderi e Luca Ardizzone affinché in solido con
altri comuni di Sicilia si faccia azione sinergica. La giunta ha prevista anche
l’impegno della somma di 1.105,04 IVA compresa,
come pre-impegno.
Intanto
il TAR del Lazio ha sospeso
l'applicazione del DM per i terreni agricoli nei Comuni Montani sotto i 600
metri individuati. Il 21 gennaio ci sarà la seduta del Tar in cui dovrà
essere affrontato l'argomento.
Il Tar del Lazio sulle
motivazione di sospensiva scrive: “Rilevato che il provvedimento Impugnato
determina eccezionale e grave pregiudizio per le seguenti ragioni: assoluta incertezza dei criteri applicativi,
con particolare riguardo a quello dell’altitudine, ben potendo essere
assoggettato a imposizione un terreno posto a più di 600 metri in agro di
comune posto notevolmente al di sotto di tale altezza, giusta quanto previsto
dall’art. 2 del decreto ministeriale 28 novembre 2014 qui impugnato
(irragionevolezza dell’imposizione non legata all’effettiva natura e posizione
del bene); trattandosi di misura a
carattere asseritamente compensativo la stessa interviene quando ormai gli
impegni finanziari da parte dei comuni sono stati assunti con effetti gravi sul
pareggio di bilancio tali da ingenerare, in alcuni casi, una procedura
finalizzata alla declaratoria di dissesto, e, comunque, con pesanti conseguenze
sulla erogazione dei servizi alla comunità di riferimento;
tali evenienze sono sicuramente favorite dalla
fissazione, per i pagamenti IMU, di un termine successivo all’anno finanziario
in corso, con effetti sia sulla rilevanza di un’operazione contabile
forzatamente non fedele ai non conosciuti dati reali sia sulla sua affidabilità
in vista del controllo democratico delle collettività della cui esponenza si
tratta; tenuto altresì conto dei ristrettissimi tempi assegnati per dare
esecuzione in sede comunale a non certo semplici incombenze nonché della palese
violazione delle norme poste a tutela del contribuente in materia di
irretroattività e di spazio temporale minimo per l’attivazione di adempimenti
relativi a provvedimenti.
Giuseppe Carà