I CONCELEBRANTI E MONSIGNOR GISANA
La messa solenne presieduta da monsignor Rosario Gisana, vescovo della
diocesi di Piazza Armerina. A concelebrare, il clero della diocesi armerina
oltre a don Giuseppe Rabita, direttore della pastorale regionale. A
concelebrare anche i tre parroci di matrice, Santa Maria di Gesù e Madonna
delle Grazie don Osvaldo Brugnone, don Giovanni Bongiovanni e don Angelo
Ventura. In chiesa c’erano anche il sindaco Antonio Bevilacqua, la sua vice
Laura Corvo e l’assessore Chiara Stuppia. Molto bella la casula dorata indossata
dal don Giuseppe Carà. A fare “gli onori di casa” il parroco della matrice don
Osvaldo Brugnone. Le celebrazione sono state allietate dai canti del coro
interparrocchiale diretto dal maestro Pino Amico. Il vescovo, ad apertura delle
celebrazioni, ha detto: “Sono 50 anni di servizio e di evangelizzazione,
stimolo e crescita della nostra comunità”. Molta gioia ed emozione si leggeva
nel volto di don Carà. All’omelia il presule ha detto: “Noi siamo al vostro
servizio perché possiate conoscere veramente il Signore”. “Il sacerdote – ha
continuato il vescovo – esercita il ruolo di pastore e conduttore della fede”.
Ha poi citato San Giovanni Crisostomo ed ha detto: “In questo nobile e alto
servizio è Dio che ubbidisce al sacerdote. Il Signore si sottomette a questa
nostra condizione sacerdotale. Quello del sacerdozio è un dono altissimo”. “La
dignità – ha continuato monsignor Gisana – è il desiderio di fare parte del
gruppo di Gesù che è il nostro capostipite”. Il vescovo ha poi detto che il
sacerdote è “Uomo di Dio che cerca Dio ed è Santo, nella vita visto che ha
deciso di appartenere solo al Signore”. Monsignor Rosario Gisana ha concluso:
“Il sacerdote è santo tra la gente. Noi rappresentiamo ed evochiamo Gesù in
quanto Cristo che, attraverso la sua morte, ci fa giungere alla comprensione
del mistero della risurrezione”. Al termine delle celebrazioni, il sindaco
Antonio Bevilacqua ha detto: “Questa è una giornata particolarmente bella per
la nostra collettività visto che festeggiamo don Giuseppe Carà, un prete, un
giornalista e un professore”. “Lui ha inculcato in tutti noi la devozione verso
San Pio da Pietrelcina.”. “In questi anni – ha continuato il sindaco Antonio
Bevilacqua – ci siamo confrontati con Padre Carà a favore delle persone
bisognose e che si trovano in difficoltà”. “Don Giuseppe Carà – ha continuato
il sindaco di Pietraperzia – è un profondo conoscitore delle nuove tecnologie e
ne fa buon uso. Lui svolge il ruolo di Pastore e si impegna attivamente nel
sociale”. “Don Giuseppe Carà – ha concluso il sindaco di Pietraperzia Antonio
Bevilacqua – utilizza le chat e altri mezzi tecnologici per trasmettere
messaggi di fede e di speranza”. Don Giuseppe Rabita ha tracciato la figura di
padre Carà e ha detto: “Pietraperzia è protetta dall’alto. Ogni giorno
riceviamo le sue benedizioni. La sua ansia di comunicare è fatta in maniera
positiva”. “Lui – ha concluso don Giuseppe Rabita – ha saputo coniugare la
spiritualità evangelica con la devozione verso San Pio ed ha solennizzato la
festa in onore del Santo di Pietrelcina”. Per ultimo ha preso la parola Don
Giuseppe Carà. “La celebrazione di questo evento – ha detto – è stata preparata
da tutta la comunità ecclesiale con tanto affetto, armonia e grande intesa”.
“Ho sentito – ha continuato padre Carà – il calore di tanta gioia e tanta
serenità. Anche la comunità di Pietraperzia ha risposto con affetto, apertura
sociale e dialogo testimoniando rapporti dialogici di amicizia”. Don Giuseppe
Carà ha continuato: “Questo è l’evento di Pietraperzia. Sento fortemente la
fratellanza cosmica e l’armonia universale delle parti secondo il principio ama
il prossimo tuo come te stesso”. “Sento la Chiesa – ha continuato don Giuseppe
Carà – come Sposa Bella che illumina il cammino della mia vita”. E ha concluso,
con voce molto forte e vibrante: “Viva la Chiesa, Viva Pietraperzia”. Al
termine del grande evento, a tutti i fedeli sono stati distribuiti confetti e
immagini sacre con l’immagine del Buon Pastore.