Al Signor Sindaco
Dottor Vincenzo Emma
PIETRAPERZIA
AL PRESIDENTE
Del consiglio Comunale
Rosa Maria Giusa
94016 Pietraperzia
Oggetto: Titolazione di
strada a Donna Ninè alias Emanuela Cucurullo in sposa Nicoletti.
Il gruppo di San Pio di
Pietrelcina che opera nella Rettoria di San Nicolò fa istanza alle SS. LL. per
la titolazione di una strada a Donna Ninè alias Emanuela Cucurullo in sposa
Nicoletti. La titolazione potrebbe essere “Via Donna Ninè Nicoletti”. La
richiesta scaturisce dal fatto che quest’anno ricorrano 70 anni della costituzione
della “San Vincenzo” nella chiesa di San Nicolò, che fu la prima e l’unica nel Paese e questa fu fondata
da Donna Ninè che la prima presidente. Quest’associazione a scopo filantropico avevo
lo scopo di venire incontro agli indigenti: a Donna Ninè Nicoletti fu dato
l’appellativo di “Dama dei Poveri”: fu simbolo luminoso della “Carità”.
Inoltre quest’anno
ricorrono 35 anni della sua morte e Donna Ninè fu un punto di riferimento verso
i bisognosi in un periodo in cui “lo stato sociale” era abbastanza misero e la
miserie spingeva le persone a rubare per sopravvivere.
Donna Ninè nacque a
Canicattì, ma si era trasferita a Pietraperzia dopo le nozze con Vincenzo
Nicoletti, un medico con cui aveva generato una numerosa famiglia: dodici
figli. Era una donna altruista e religiosa: ogni giorno partecipava alla Santa
Messa presso la cappella delle suore Ancelle Riparatrici. Si contraddistinse
per aver concretizzato la sua fede incrollabile
in opere di carità e solidarietà verso il prossimo.
Donna Ninè di origine
blasonata era una “popolana” ossia conversava con tutti, specie con coloro che erano afflitti dalla povertà;
contribuì notevolmente per la crescita sociale del comunità cittadina. Nella
chiesa San Nicolò si formò il gruppo della San Vincenzo che si chiamavano “le
dame della carità”. Settimanalmente si riunivano nella chiesa San Nicolò per
pianificare gli interventi e nello stesso tempo sollecitare “i benestanti” alla
solidarietà sociale. Alla sua scuola si formarono Adele Palascino, Rosina Calì,
Serafina Spampinato, Maria Bongiovanni e tante altre, che continuarono l’opera
iniziata da Donna Ninè.
In occasione delle visite
domiciliari ai bisognosi, Donna Emanuela era pronta anche a praticare in caso
di necessità, medicazioni agli ammalati che non avevano il denaro, a quei tempi
necessario per ricevere cure. Accadeva che si privasse dei suoi stessi beni per
donarli alle persone bisognose, ma faceva tutto questo con naturalezza ed elegante discrezione , senza mai creare
imbarazzo.
La presidente
Ins. Giovanna Guarnaccia