Contrasto Sindaco - Polites
PIETRAPERZIA. Acuto contrasto tra il sindaco Vincenzo
Emma e il movimento politico culturale di Polites i cui antesignani sono Lillo
Falzone ed i fratelli Antonio e Filippo Bevilacqua. Motivo del contendere è
stato il fatto che i giovani di Polites hanno avuto negata un’intervista dal sindaco
Vincenzo Emma a cui i giovani si erano rivolti per alcuni problemi della realtà
locale.
Il primo cittadino così risponde: “Io non nego interviste
a nessuno; trattandosi di un’intervista con finalità politica non reputo che i
Polites siano abilitati ad interviste giornalistiche. I corrispondenti locali
ed esterni sono da degnamente ricevuti. Inoltre vi sono le interpellanze in
consiglio comunale, che sono pubblici e possono essere presentate tutte le
richieste sui problemi della comunità; a me sembra che l’intervista era mirata
ad avere visibilità”.
I Polites nel loro manifesto tra l’altro, affermano: “Ne
avevamo viste di tutti i colori ma pensavamo che non saremmo mai arrivati fino
a questo punto. All’inizio della scorsa settimana ci recammo in Comune per
incontrare il sindaco e proporgli un’intervista su alcuni temi concreti che
interessano il nostro paese. Egli si dimostrò sorpreso, ma allo stesso tempo
disponibile ad un confronto che, come stabilito, sarebbe stato registrato con
una videocamera e poi messo a disposizione di tutti i pietrini su internet. Il
sindaco ci diede così appuntamento a venerdì.
Il venerdì alle ore nove, come da programma, tre di noi
si recarono nuovamente in Comune, muniti di due pericolosissimi strumenti
offensivi: una telecamera e un foglio contenente le domande da sottoporre al
sindaco. Una volta arrivato, il sindaco ci invitò ad accomodarci e, a sorpresa,
ci comunicò che non era disponibile a farsi intervistare da noi di Polites non
essendo né giornalisti, né un gruppo organico a quest’amministrazione”. Con ciò
manifestando chiaramente di essere disposto a rilasciare interviste solo a
soggetti interni all’amministrazione.
Visibilmente stupiti sia dal rifiuto, sia dall’ostilità
dimostrata, gli chiedemmo spiegazioni e tentammo di convincerlo che non avevamo
alcuna intenzione di metterlo in difficoltà con domande a trabocchetto, ma che
le nostre intenzioni erano propositive e che l’intervista sarebbe potuta
servire per spiegare meglio ai cittadini il lavoro dell’amministrazione. Gli
proponemmo addirittura di dare uno sguardo alle domande per rendersi conto di
ciò; ma niente. Il sindaco si mostrava irremovibile giungendo ad affermare che
non avrebbe potuto trarre alcun vantaggio da un’intervista condotta da
“avversari politici” (così ci ha definito), con ciò ribadendo la sua volontà di
sottoporsi solo a domande provenienti da persone a lui vicine. L’unico
spiraglio mostrato durante questo confronto è stata la richiesta, avanzata
dallo stesso sindaco, di procedere ad un incontro pubblico alla presenza di un
“moderatore”. Ma da che il mondo è mondo un moderatore è chiamato a moderare
due posizioni contrastanti. E in questo caso l’unico destinatario delle domande
era lui. Al ché ci alzammo alquanto arrabbiati dicendogli che almeno avrebbe
potuto avvertirci in tempo, evitandoci così un’inutile attesa”.
Giuseppe Carà