PIETRAPERZIA. Festa di San Calogero nella chiesa di San
Nicolò; per la circostanza si celebra la Sagra del Pane, che è
ricondotta ai voti che i fedeli hanno fatto per delle guarigioni ottenute per
l’intercessione del santo taumaturgo. La festa per antica tradizione si celebra
l’ultima domenica di luglio e per la circostanza molti pellegrini vengono dai
paesi vicini. L’anno scorso fu portato abbondanza di pane ed ogni pezzo
rappresenta l’icona di una testa, di una mano, di una gamba e di altre parti
del corpo per il quale si è ottenuta la guarigione. Prima della messa il prete
celebrante benedice il pane, che poi viene distribuito dopo la messa gratuitamente
e buona parte viene portato agli ammalati, come segno di devozione.
Nella giornata di domenica nella chiesa
San Nicolò, verranno celebrate quattro sante messe: alle ore nove, dieci,
dodici e 18,30. In preparazione della festa è stata fatta la quindicina e prima
della messa ogni giorno è stata recitata la coroncina a San Calogero, musicata
dal maestro Pino Amico. Nella chiesa è custodita una reliquia di San Calogero.
La festa di San Calogero ebbe la sua
affermazione nel secolo scorso per l'attivismo del canonico Calogero
Palascino: allora il pane raccolto veniva dato ai poveri.
San Calogero venne in Sicilia
dalla Cappadocia nel quarto secolo per sfuggire alla
persecuzione ariana: con lui vennero il vescovo Gregorio ed il diacono
Demetrio. San Calogero visse da eremita nella grotta; e pare che abbiamo
cambiato molte grotte; quindi molti centri vantano la presenza di san Calogero
e tra questi Termini Imerese, San
Martino delle Scale,
Pietraperzia, Naro, Canicattì, Agrigento e Sciacca dove secondo
la tradizione San
Calogero sia stato
martirizzato e seppellito nella grotta del Cronio. Sul martirio di San Calogero l'unica fonte che abbiamo è un documento che risale al nono secolo ed è un inno del breviario romano. La chiesa San
Nicolò è una Rettoria autonoma che collabora con le altre parrocchie ed ivi
vengono realizzate molte iniziative a
carattere filantropico dai gruppi di volontariato.
Giuseppe Carà