Pubblico attento e interessato alla conferenza con esperti e studiosi. La
convention tenuta nella sala conferenze dell’ex convento “Santa Maria di Gesù”
di piazza Vittorio Emanuele. Questo il tema trattato: “La cavità solstiziale
della Grotta del Lampo di contrada Rocche a Pietraperzia e monumenti analoghi
in Sicilia”. Al tavolo della presidenza l’assessore alla Cultura Chiara
Stuppia, il presidente della Pro Loco di Pietraperzia Salvatore Palascino e gli
studiosi Liborio Centonze, Ferdinando Maurici, Alberto Scuderi e Pasquale
Ingala. In sala, tra il numeroso pubblico, anche Filippo Salvaggio, ex
presidente della Pro Loco di Barrafranca. I lavori sono stati introdotti da
Salvatore Palascino. Subito dopo, ha preso la parola l’assessore Chiara
Stuppia, in sostituzione del sindaco Antonio Bevilacqua. “La scoperta fatta dal
professore Centonze – ha detto la Stuppia – ci fa percepire quanto il nostro
territorio sia ricco di tante cose, di siti archeologici che vanno dal
Megalitico alla storia contemporanea”. “Noi, come Comune, – ha continuato
Chiara Stuppia – portiamo avanti, tra le innumerevoli iniziative, la
valorizzazione del territorio sia attraverso le scuole che tramite gli eventi
che sviluppiamo e portiamo avanti”. Ha preannunciato la visita in contrada
Rocche, per il solstizio d’estate del 21 giugno e per il solstizio d’inverno
del 21 dicembre, per andare a vedere da vicino la scoperta della cavità
solstiziale della Grotta del Lampo. Saluti sono stati porti dall’architetto
pietrino Benedetto Martorana. “Il territorio appartiene a tutti. Il
coinvolgimento di tutti perché la scoperta della ‘Grutta ‘u Lampu’ appartiene
anche ai paesi viciniori”. Lo ha detto, ad apertura del suo intervento, Liborio
Centonze. “Per me la conquista dell’uomo – ha continuato lo studioso barrese –
è il tempo. Quando l’uomo si è avvalso della facoltà di catturare il tempo per
la sua quotidianità e per le sue annualità, egli ha consumato non un atto
fisico ma un atto metafisico. Il tempo è dentro di noi, è un aspetto. L’uomo,
quando catturò i raggi del sole, catturò l’anno solare, l’agricoltura e i
raccolti, i riti e le festività. I megalitici catturarono anche i mesi”.
Liborio Centonze ha poi parlato della sedia di contrada Balate “che
indiziava una società matriarcale perché le donne erano custodi
dell’agricoltura e dividevano la cacciagione”. Ferdinando Maurici ha detto che,
“nel passato, il computo del tempo era proprietà elitaria della classe
dirigente”. “Più si va indietro – ha continuato Maurici – e più la misurazione
del tempo è imprecisa”. “Gli uomini forse spiavano – ha continuato Ferdinando
Maurici – i solstizi e dove il sole si stampava all’alba e al tramonto. Ha
quindi scavato il buco che indicava il punto in cui sorgeva e tramontava il
sole”. Lui ha poi precisato che “’A Grutta du Lampu” di Pietraperzia ha una
profondità di otto metri all’interno ed è di forma pentagonale. All’esterno è a
forma di ottagono. Alberto Scuderi ha mostrato una serie di slide con vari
parti della Sicilia dove ci sono ritrovamenti analoghi a quello di
Pietraperzia. L’architetto Pasquale Ingala ha detto che “le zone
archeologiche si compenetrano fortemente”. “L’archeologia – ha concluso Ingala
– spesso si interseca con architettura e geologia. Questi nostri paesi sono molto
ricchi di storia. Bisogna dare un input perché venga preservato quanto ci è
stato lasciato e perché venga tramandato alle generazioni future”. A
conclusione, Liborio Centonze ha donato due sue pubblicazioni a Ferdinando
Maurici, ad Alberto Scuderi e a Pasquale Ingala.