“Comitato Pro Canalicchio”
Fratelli Di Calogero
Base del Monumento
PIETRAPERZIA.
Si è mobilitato un comitato per la
difesa della memoria storica del “Canalicchio”:
fontana che esiste da lunghissimo tempo e che era alimentata da una
sorgente naturale che apparteneva alla
civiltà contadino. La scempio che si sta consumando è che la fontana diventa
fioriera e servirà di piedistallo per la
statua del Sacro Cuore. E’ sceso in campo l’associazione “castello Barresio” il cui presidente è il professor Enrico Tummino. Il team
operativo è formato dal professor
Giovanni Culmone, memoria storia del divenire del paese, l’avvocato
Eligio Guarnaccia del direttivo della Pro Loco,
il ragioniere Franco Di Calogero, che gestisce un blog di foto storiche,
il geologo Salvatore Palascino, neo presidente della proloco, e le associazioni cultuali presenti nel
territorio.
“Senza disturbare – affermano Enrico
Tummino - le suore Ancelle Riparatrice e la Sentinelle di Corte, che devono
sistemare la statua del Sacro Cuore nel contesto
noi non accettiamo che la “Fontana del Canalicchio” vengano trasformata in
aiuola. Noi abbiamo deciso di interessare la curia vescovile ed il vicario
Generale Antonino Rivali per fare sinergia all’iniziativa e la fontana può
continuare a dare acqua rigogliosa. Ci
si sta scontrando sulla memoria storica”,
La fonte dell’abbeveratoio del
Canalicchio, che dà il nome all’omonimo quartiere di Pietraperzia, era una
delle due fonti storiche di approvvigionamento idrico di Pietraperzia.
Per
diversi secoli fu utilizzata dagli abitanti dei quartieri limitrofi e dai
vicini ovili del quartiere “Manniri”, in alternativa all’altra, più lontana,
del Canale.
Era
alimentata dalla vicina sorgente, tuttora esistente ed attiva, visibile nel
perenne canneto retrostante le abitazioni di monte, con portata di acqua
incostante, stagionale e di non elevata qualità (acqua mod̩d̩a).
Alla
fine degli anni ‘40 fu ammodernata e alimentata con l’acqua potabile
proveniente dalla sorgente di Scioltabino, in territorio di Enna, la stessa che
a partire da quegli anni alimentò la prima rete idrica di Pietraperzia.
Rimase
attiva fino a tutti gli anni settanta, per dissetare animali da soma e ovini in
transito, prima di rientrare negli ovili del quartiere “Manniri”. Negli anni
ottanta lo spiazzo antistante subì una radicale ristrutturazione, così come lo
vediamo oggi, foderando l’abbeveratoio con pietra di Sabucina.
Giuseppe
Carà