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giovedì 24 maggio 2018

“Comitato Pro Canalicchio”. 24 maggio 2018.


“Comitato  Pro Canalicchio”
 
Fratelli Di Calogero
 Base del Monumento

PIETRAPERZIA. Si è mobilitato un comitato  per la difesa della memoria storica del “Canalicchio”:  fontana che esiste da lunghissimo tempo e che era alimentata da una sorgente naturale  che apparteneva alla civiltà contadino. La scempio che si sta consumando è che la fontana diventa fioriera  e servirà di piedistallo per la statua del Sacro Cuore. E’ sceso in campo l’associazione “castello Barresio”  il cui presidente  è il professor Enrico Tummino. Il team operativo è formato dal professor  Giovanni Culmone, memoria storia del divenire del paese, l’avvocato Eligio Guarnaccia del direttivo della Pro Loco,  il ragioniere Franco Di Calogero, che gestisce un blog di foto storiche, il geologo Salvatore Palascino, neo presidente della proloco,  e le associazioni cultuali presenti nel territorio.

            “Senza disturbare – affermano Enrico Tummino -  le suore Ancelle Riparatrice  e la Sentinelle di Corte, che devono sistemare la statua  del Sacro Cuore nel contesto noi non accettiamo che la “Fontana del Canalicchio” vengano trasformata in aiuola. Noi abbiamo deciso di interessare la curia vescovile ed il vicario Generale Antonino Rivali per fare sinergia all’iniziativa e la fontana può continuare a dare acqua  rigogliosa. Ci si sta scontrando sulla memoria storica”, 

            La fonte dell’abbeveratoio del Canalicchio, che dà il nome all’omonimo quartiere di Pietraperzia, era una delle due fonti storiche di approvvigionamento idrico di Pietraperzia.

Per diversi secoli fu utilizzata dagli abitanti dei quartieri limitrofi e dai vicini ovili del quartiere “Manniri”, in alternativa all’altra, più lontana, del Canale.

Era alimentata dalla vicina sorgente, tuttora esistente ed attiva, visibile nel perenne canneto retrostante le abitazioni di monte, con portata di acqua incostante, stagionale e di non elevata qualità (acqua mod̩d̩a).

Alla fine degli anni ‘40 fu ammodernata e alimentata con l’acqua potabile proveniente dalla sorgente di Scioltabino, in territorio di Enna, la stessa che a partire da quegli anni alimentò la prima rete idrica di Pietraperzia.

Rimase attiva fino a tutti gli anni settanta, per dissetare animali da soma e ovini in transito, prima di rientrare negli ovili del quartiere “Manniri”. Negli anni ottanta lo spiazzo antistante subì una radicale ristrutturazione, così come lo vediamo oggi, foderando l’abbeveratoio con pietra di Sabucina.

Giuseppe Carà