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martedì 24 marzo 2015

MESSAGGIO DEL PARROCO GIUSEPPE RABITA ALLA CITTADINANZA



Messaggio del parroco alla cittadinanza

 DON RABITA PRETE DI ELEVATO SUPPORTO ALLA DIOCESI


PIETRAPERZIA. A chiusura della saga dei soldati di Erode avvenuta domenica a mezzogiorno nello spiazzo della chiesa madre, a cui hanno partecipato circa due mila persone, il parroco Giuseppe Rabita ha inviato un messaggio il parroco Giuseppe Rabita ha mandato un messaggio ai presenti ed al paese sulla disgregazione, politica, sociale, antropologica, morale e religioso della comunità locale.

       L’illuminato parroco ha affermato: “È bene guardarci intorno e vedere la situazione in cui ci troviamo. Il nostro paese sta conoscendo un processo di disgregazione che non riguarda solo la condizione dei suoi palazzi o delle sue strade; riguarda soprattutto le relazioni umane e il totale disinteresse per una convivenza più umana e solidale”.

“San Giuseppe – continua don Rabita -  seppe assumersi le sue responsabilità familiari e sociali. Seppe essere padre di un bambino che aveva bisogno di un padre: era il Figlio di Dio che prendeva la nostra natura umana. Giuseppe non fu egoista e fu molto generoso nel cambiare i suoi progetti per assicurare sostegno e protezione al bambino Gesù”.

A questo punto arriva l’affondo del zelante parroco: “ La odierna del nostro paese  è fondata sull’individualismo e sulla ricerca del proprio piacere personale: famiglie che si disgregano, tradimenti, adulteri minano quella cellula fondamentale, che è la famiglia, di cui ha bisogno ogni uomo per crescere in modo sereno ed equilibrato”.

“In questi giorni il Parlamento conclude don Pino Rabita -  ha approvato il divorzio breve (un anno). In tutto ciò chi ne fa le spese sono proprio i bambini: contesi, usati per ricattare il coniuge, sballottati in case famiglia o addirittura violati. Chi si occupa del dolore dei bambini? I traumi che un bambino subisce per la separazione dei genitori se li porterà per tutta la vita. E nessuno potrà ripararli. Lasciatemi dire: questo non è progresso o civiltà, ma barbarie. I figli sono sacri. Se li hai messi al mondo devi occuparti di loro sacrificando anche i tuoi desideri o le tue pulsioni. L’esempio di San Giuseppe, custode della S. Famiglia, ci faccia comprendere che la vita è ben vissuta solo se è donata per amore. E amare comporta sempre di mortificare il proprio egoismo”.

Giuseppe Carà