La sagra della tavolata
GLI INSEGNATI DEL PLESSO CANALE
GENITORI ED ALUNI
PIETRAPERZIA. Il giorno di San Giuseppe è stato
festeggiato con le tavolate; feconda di iniziative è stato l’istituto
comprensivo. Una tavolata di spessore è stata quella
della scuola dell’infanzia del plesso “Largo
Canale”. In sinergia hanno collaborato il dirigente scolastico Arcangelo
Amoroso, Concetta Ciulla, responsabile di plesso, le insegnanti Tommasa
Pergola, Rosaria Cannata, Silvana Anfi, Teresa Pace, Giusy Santagati, Giusy
Giunta, Ausilia Campanella, Daniela Messina. I “personaggi” della sacra
rappresentazione sono stati impersonati da Mia La Placa, La Madonnina; Giuseppe
Buttafuoco, Gesù bambino; Giuseppe Lo Presti, San Giuseppe; Giovanni Di Natale,
l’angelo; Armano Satta. Gli ufficiali di Erodo sono stati: Giuseppe Vasapolli, Cristian
Toscano, Franco Cigna.
I presentatori della
“kermesse” sono stati Alice Mirenda, Eliana Imprescia, Antonino Cusimano. E’
stato di buon supporto i collaboratori scolastici Giuseppe Bongiovanni ed
Alessandro Ingala; inoltre grande entusiasmo hanno dimostrato i genitori che
hanno preparato le pietanze della succulenta tavolata. In apertura i bambini si
sono esibiti nella rappresentazione della “Sagra della fuga in Egitto”, in cui
si ricorda che i soldati di Erode vogliono uccidere il bambino e vengono
fermati dall’angelo, inviato divino, che rivolto ai soldati pronunzia la
fatidica frase “Deh, fermate la barbara mano!”. Inoltre gli alunni delle
sezioni A e B hanno recitato canti e poesie su San Giuseppe.
Con gesto singolare è stata
preparata la tavolata che si è caratterizzata con abbondanza e varietà di cibi.
Il pane del “sacro altare” è stato donato dal panificio “Il piccolo forno” di
Marisa Di Blasi e Salvatore Buttafuoco, che si è distinto per solidarietà e
sensibilità verso la tradizione. La presenza dei genitori è stata massiccia e
con soddisfazione si è potuto ammirare la recitazione degli attori in erba. Alle
fine sono state distribuite le “pagnottelle” di pane benedetto a tutti i
partecipanti alla sacra ricorrenza.
Giuseppe Carà