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venerdì 20 marzo 2015

NUONO REGOLAMENTO PER LA PROCESSIONE DI "LU SIGNURI DI LI FASCI"


Cento fasce in meno ni "Lu Signuri di li Fasci"

 LU SIGNURI DI LI FASCI

IL PARROCO GIUSEPPE RABITA 


 IL GAVERNATORE GIUSEPPE MADDALENA LADATURI

PIETRAPERZIA. Quest’anno il Venerdì Santo a “Lu Signuri di li fasci” saranno legato cento fasce in meno. La notizia è stata diramata dal governatore della confraternita Maria SS del Soccorso Giuseppe Maddalena e dal rettore don Giuseppe Rabita. La decisione è stata presa dagli 80 confrati che secondo un calcolo hanno ritenuto impossibile legare 390 fasce. La festa nell’ultimo ventennio ha avuto una esplosione mondiale grazie al governatore Michele Di Prima ed il rettore canonico Salvatore Viola. Infatti allora le fasce erano 282. Secondo un censimento fatto dalla confraternita ogni fascia ha un numero che è ricamato nel lembo in colore rosso. Quest’anno resteranno fuori le fasce da uno a cento. Le fasce saranno legati sotto il Crocifisso che vi è un mappamondo policromo  che contiene dei ganci. Il giorno dalla processione la confraternita darà un numero di legatura a cominciare il mercoledì Santo.

       La confraternita ha approvato un regolamento che ordina tutto l’apparato delle fasce.

       Anche quest’anno la processione – secondo quando comunica il sindaco Enzo Emma – la processione sarà trasmessa in mondovisione, creando la gioia di molti emigrati che non potranno rientrare in paese per la circostanza.

       “Lu Signuri delle fasci” è inchiodato in una trave alta sette metri e l’equilibrio viene mantenuto dalla fasce bianche creando un cono rovesciato dagli aspetti molto commoventi ed appariscente.

       Un encomio va alla confraternita Maria SS del Soccorso che ha imposto la processione del Venerdì Santi a livello mondiale. Per la circostanza si ha in paese una presenza di esterni per lo meno di diecimila persone.

Lu Signuri di li fasci è l’emblema di Pietraperzia. Sono anche in processione il Cristo nell’Urna e la Madonna Addolorata.

In questa circostanza il paese trova l’unità.

Giuseppe Carà