Cerimonia cittadina di solidarietà per gli extracomunitari in chiesa madre presieduta e voluta dal
vescovo Rosaria Gisana
LA NUMEROSA PRESENZA
IL VESCOVO MONSIGNOR ROSARIO GISANA
PIETRAPERZIA. Ritrovare il senso della comunità. È stato questo lo scopo
della messa presieduta dal vescovo di Piazza Armerina mons. Rosario Gisana
nella Chiesa Madre di Pietraperzia circondato dai sacerdoti del paese e da 11
diaconi provenienti da tutta la diocesi di Piazza Armerina alla presenza del
Vicario generale mons. Antonino Rivoli. La manifestazione è stata indetta da mons.
Gisana all'indomani del vile attentato alla casa canonica interparrocchiale che
ospita da pochi giorni 21 giovani immigrati provenienti da diversi paesi
africani e asiatici, contro la quale nella notte sono stati esplosi colpi di
fucile ad altezza d'uomo da una delle finestre della via San Giuseppe. La
comunità ecclesiale e civile hanno risposto in massa all'invito del vescovo
diramato attraverso i social e la chiesa era stracolma di fedeli e semplici
cittadini. In prima fila i membri dell'Amministrazione, sindaco Bevilacqua in
testa, e anche i componenti dell'opposizione. Il vescovo nella sua omelia si è
ispirato alla liturgia del giorno evidenziando che una scelta di vita per il
singolo e per la comunità è la via del bene, mentre il male conduce irrimediabilmente
alla morte anche l'intera comunità. E la via del bene non può essere altro che
la via del dare la vita, ad immagine di Cristo che ha dato la vita per ogni
uomo, specialmente il più emarginato e povero. In questo momento per la
comunità pietrina questo emarginato e povero è il fratello immigrato che bussa
alla porta di questa cittadina.
All'interno della chiesa una presenza massiccia ma discreta di forze
dell'ordine che durante l'intera giornata hanno effettuato rilievi e indagini
per trovare elementi utili alla individuazione dei colpevoli dell'insano gesto.
Gesto maturato nel clima rovente instauratosi a seguito della bagarre scatenata
da un comitato che si è opposto con veemenza dal momento che è stato reso noto
l'arrivo dei ragazzi immigrati. Clima alimentato da vero e proprio odio
razziale che nei social ha trovato libero sfogo. Mons. Gisana ha gettato acqua
sul fuoco sottolineando in una dichiarazione per la stampa come non si possa
imputare ai cittadini quanto accaduto. "Ho constatato invece un grande
senso di interazione e di accoglienza. Abbiamo voluto offrire questa struttura
- la casa canonica interparrocchiale - perché Papà Francesco ci ha esortato ad
aprire le porte ai nostri fratelli e devo dire che la gran parte della gente mi
ha sostenuto e continua a sostenermi. Avvieremo in concomitanza, assieme ai
diaconi e alla Caritas - ha concluso il vescovo - un progetto per il sostegno
alle famiglie di questa città, potenziando quanto già viene portato
avanti".
Giuseppe Carà