Due strade provinciali ferme per la gara d’appalto
L'AVVOCATO ANTONIO BEVILACQUA
SINDACO DI PIETRAPERZIA
PIETRAPERZIA. Due strade provinciali che ricadono
nel territorio di Pietraperzia sono bloccate
perché manca il decreto per la gara d’appalto. Sono bloccati circa tre
milioni e mezzo. Per il finanziamento esistono due decreti: Per un milione e
900 mila euro è stata finanziata la strada provinciale Pietraperzia Ponte Besaro, con l’inserimento anche di due strade interpoderali, Pietraperzia Tornabè e Pietraperzia Musalà. Il finanziamento è
stato fatto dalla Regione Sicilia tramite l’assessorato al Territorio ed
Ambiente.
Inoltre
esiste un decreto di finanziamento da parte dello Stato di un milione e 600
mila euro, e riguarda la strasa
provinciale Pietraperzia Borgo Arciere che è un tronco della Pietraperzia
Riesi.
“Data
la mancanza della copertura economica – afferma il sindaco Antonio Bevilacqua –
per entrambi le strade siamo entrati nell’altro canale di finanziamento “Patto
per il Sud” che si sta muovendo con assegnazione delle somme tramite decreto.
La nostra amministrazione ha interessato la propria deputazione per entrare nel
finanziamento. Si stratte di due strade molto importanti perché sono anche di servizio all’agricoltura. Promesse di finanziamento ne abbiamo a iosa,
ma vogliamo vedere il decreto e si
facciano gli adempimenti per indire la gara d’appalto”.
Sta
seguendo l’iter il geometra della provincia Salvuccio Messina che è pietrino ed è di
sostegno al nostro territorio per quanto riguarda la provincia. L’ingegner
Vincenzo Tumminelli dipendente della provincia ed è attivamente
impegnato perché il problema si sblocchi e trovi soluzione.
Sono
trascorsi quattro anni da quando si cominciò
a programmare l’intervento di queste strade. Il
ritardo è dovuto al fatto che Regione e lo Stato hanno emessi i decreti
senza fare l’accreditamento della somma dovuta.
Conclude
il sindaco Antonio Bevilacqua: “Siamo fiduciosi che “Patto per il Sud” ci
risolverà il problema, perché ha copertura finanziaria e sta emettendo i decreti”.
Giuseppe Carà