Baciare la
mano del sacerdote
«...Oh, se si pensasse che le mani sacerdotali
sono più sacre di un calice consacrato, non si giudicherebbe inutile baciarle e
non si avrebbe l'ardire di stringerle a modo profano. Stringere la mano
sacerdotale per saluto è una mancanza di rispetto, stringerla con un'intenzione
non retta è molto più sacrilego che se si prendesse un calice dell'Altare per
bervi. Quella mano è di Dio, e si è distesa sulle ginocchia del Vescovo per
giurare a Dio solo la fedeltà dell'amore, come il servo di Abramo pose la sua mano
sotto la coscia del padrone per giurargli che non avrebbe mai profanato la sua
stirpe. Il Sacerdote è servo di Dio e le sue mani consacrate sono il segno
della sua giurata fedeltà; non possono stringersi in amicizia terrena, ma solo
possono essere baciate come calice di Dio. Tu che baci un'oleografia con
devozione, non bacerai la mano segnata con l'Olio Santo, sulla quale la grazia
dello Spirito Santo oleografò la Croce del Redentore e impresse il segno della
grazia?
O Gesù mio, come potrei io tendere queste mani, al mondo, al giuoco, al denaro, alle brutture della carne? Io che non sopporto di vedere in un luogo immondo la Croce, sia pure segnata su di un giornale, come potrei mettere in luoghi obbrobriosi di peccato il mio cuore e la mia mano, più sacri di un Calice?».
(Padre Dolindo – Servo di Dio)
O Gesù mio, come potrei io tendere queste mani, al mondo, al giuoco, al denaro, alle brutture della carne? Io che non sopporto di vedere in un luogo immondo la Croce, sia pure segnata su di un giornale, come potrei mettere in luoghi obbrobriosi di peccato il mio cuore e la mia mano, più sacri di un Calice?».
(Padre Dolindo – Servo di Dio)