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martedì 27 agosto 2019

Interventi di “Igiene Sociale”


 Interventi di “Igiene Sociale”
 
Assessore Michele Laplaca 
PIETRAPERZIA. Interventi di igiene sociale: gli uffici comunali e la medicina sociale sono attivi in una campagna di interventi radicali per tutte le anomalie che si riscontrano nel centro abitato e nelle periferie.
Nel suo proclama il sindaco afferma: “Programmazione è la nostra parola d’ordine; proseguono, con cadenza regolare, gli interventi di derattizzazione e disinfestazione in tutto il centro abitato che, nell’occasione, sono stati estesi ai plessi scolastici in previsione della loro prossima riapertura, affinché siano pronti ad accogliere docenti, alunni e personale scolastico. Tutto sotto la diretta supervisione dell’assessore  all’igiene pubblica  Michele Laplaca”.
“Già abbiamo avviato un primo intervento – dichiara l’assessore Michele Laplaca – per le caditoie, che non erano sotto manutenzione da vent’anni; cioè da quando furono realizzate”.
In paese è presente un orrendo odore sgradevole; in modo particolare nel viale  “Re di Italia”. Durante i lavoro di pulizia si è scoperto che alcuni cittadini hanno attaccato la rete fognaria alle  caditoie.  Ancora il problema è sotto discussione; né gli uffici competente hanno preso i dovuti provvedimenti di denunziare  coloro che hanno fatto un attentato all’igiene pubblica.
In qualche punto vi è una commistione di rete fognaria e le acque bianche delle caditoie.
Un problema che resta aperto è quello delle erbacce. Uno spettacolo indecente di erbacce si presenta per coloro che si servono del poliambulatorio.
“In paese vi sono – dichiara l’assessore Michele Laplaca –  mille e 500 case non abitate. Questo ci crea numerosi problemi; quello delle erbacce e quello dei topi. Nonostante i numerosi interventi  non riusciamo a debellare questo problema. Il sindaco al riguardo ha preso il problema frontalmente; speriamo che l’igiene pubblica non resti un problema irrisolto. Chiediamo la collaborazione dei cittadini; perché siano solerti a pulire accanto alle loro porte. Si richiede buona volontà collettiva”.
Giuseppe Carà