I RELATORI
PIETRAPERTZIA.
Nella società Regina Margherita si è tenuto un seminario sul parco delle rimembranze
e sulla posposta presentata dall’associazione Castello Barresio con un
plastico.
Alle
ore 19 apre i lavori il Prof. Enrico Tummino, Presidente dell’A. C. “Castello
Barresi” e responsabile del plastico che ipotizza un eventuale riutilizzo dell’area adibita, per
quasi un secolo, a villa Comunale, parco della rimembranza e campo sportivo,
dopo avere ringraziato tutti gli intervenuti e in particolare la moglie e i
figli del Barone in carica, Giuseppe Tortorici di Michele.
A apertura dei lavori
il sindaco Vincenzo Emma ha portato il
saluto dell’amministrazione e ha trovato interessante la riflessione sulla
villa comunale ed anche sul lavoro del plastici di ristrutturazione predisposto dall’associazione “Castello
Barresio”.
Sono intervenuti sul
tema il prof. Liborio Centonze nella qualità di esperto di araldica, l’architetto
Gattuso rappresentante la soprintendente ai Beni Culturali Arch. Fulvia Caffo e
Giovanni Culmone nella qualità di relatore.
Il prof. Liborio
Centonze dopo avere illustrato, con perizia e competenza, il significato
etimologico e l’origine del termine “Barone”, dopo avere nettamente distinto, i
veri blasoni preesistenti a quelli
istituiti dalla Casa Savoia, ribadisce che quello dei Tortorici di Pietraperzia appartiene al vecchio
ordinamento e a tutt’oggi è stato poco inflazionato.
Il prof. Giovanni
Culmone esordisce coll’affermare che il casato dei Baroni Tortorici affonda le
radici nella seconda metà del 1500 e per rispondere a chi afferma che i
Tortorici comprarono il titolo nel 1897 dai Baroni Giarrizzo, portando a
riscontro il libro di “Lino Guarnaccia”. Culmone si pone alcune domande
retoriche: “Michele Tortorici di Giuseppe, alla fine del 1800, era Barone di
Vignagrande e di Rincione? Fu prima Barone di Vignagrande e poi di Rincione o
viceversa? Quali rapporti esistevano tra i Baroni Giarrizzo, Tortorici e i
Furitano di Misilmeri?
Lino Guarnaccia ha il grande merito
di avere aggiunto un altro tassello alla nostra conoscenza, e per questo lo
ringraziamo. Lui testualmente afferma che la baronia di Rincione nel 1897, con
atto pubblico, passò ai Tortorici. Ed è vero. Però, quando pubblicò il libro,
doveva ribadire a chiare lettere che i Tortorici già erano Baroni di
Vignagrande e dopo la stipula di quell’atto pubblico cominciarono a fregiarsi
anche dell’altro titolo. Dopo il 1897 si dichiaravano: Baroni di Vignagrande e di Rincione”.
“Per capire i rapporti
che esistevano tra i Baroni Giarrizzo, Tortorici e i Furitano di Misilmeri –
continua Culmone - basta scorrere un
qualsiasi loro albero genealogico e constatare quanti rapporti di parentela tra
loro s’incrociano o leggere, come ho fatto recentemente, un antico certificato
di matrimonio.
Sul
barone Michele Tortorici di Michele
Culmone afferma: nacque nel 1878 e per la prima volta lo si trova al capezzale
del padre Barone Michele di Giuseppe che il 20 Marzo del 1904 lo lascia orfano.
Il defunto Barone era Consigliere Comunale ed il Sindaco, Stefano Di Blasi
allora in carica, e tutto il Coniglio lo vollero al posto del padre così il Barone Michele di Michele diventa
Consigliere Comunale. Il 23 dicembre dello stesso anno 1904, appena
venticinquenne, venne eletto Sindaco e il primo Febbraio del 1905 sposò Rosa Nicoletti, figlia del Cav. Uff. Giuseppe Nicoletti, ch’era stato
Sindaco. Rimase in carica fino al 22 Dicembre del
1909”
Giuseppe
Carà