Donazione Aido
PUNTO DI SENSIBILIZZAZIONE
PIETRAPERZIA. Celebrate in Piazza Vittorio
Emanuele le due giornate, sabato e domenica, dell’AIDO in coincidenza con la
sensibilizzazione nazionale. L’AIDO (Associazione Italiana per la donazione di
Organi) a Pietraperzia esiste da un decennio. Fu fondata da Manuel Carciofolo che
fu commissario alla fondazione e nell’elezione di due anni fa è stato eletto
presidente. In atto vi sono 230 soci ed il direttivo è completato da vice presidente:
Giovanni Emma, economo: Filippa Emma,
segretaria: Sabrina Carciofalo, componenti del direttivo sono: Liborio Santoro,
Claudio Valverde, Salvatore Adamo, Giuseppe Polina. Collegio dei revisori: Enza
Di Gloria, Catena Tedesco e Michele Falzone. Probiviri: Giuseppe Paolino,
Vincenzo Bongiovanni e Katia Santoro.
I volontari hanno distribuito una
piantina di Anthurium Andreanum ad offerta libera. “I volontari dell’A.I.D.O. –
afferma il presidente Manuel Carciofolo – siamo stati presenti, numerosi ed abbiamo incontrato numerosi cittadini per dare loro
informazioni sull’importanza della donazione come valore sociale e come
opportunità per salvare la vita a chi non ha altre possibilità di sopravvivenza.
Le offerte ricevute sono finalizzate a ulteriori campagne informative e alla
ricerca sui trapianti”.
“La
responsabilità sociale –afferma il dottor Giuseppe Gangitano, medico dell’AIDO
ed ex primario di nefrologia - è la chiave di volta della donazione; va
supportata non solo attraverso un sistema sanitario che assicuri risultati ma anche
attraverso la diffusione di un’informazione continua e trasparente per chiarire
soprattutto gli aspetti più controversi come, per esempio, le modalità di
accertamento della morte cerebrale, le garanzie di rispetto delle volontà del
potenziale donatore e dei familiari, la trasparenza delle liste d’attesa”
“Quindi – conclude
il dottor Gangitano - obiettivo dell’A.I.D.O. è smussare questa resistenza
psicologica ed eliminare pregiudizi e disinformazione che rischiano il più
delle volte di incrinare il sistema delle donazioni. É necessario generare un
cambiamento culturale nell’opinione pubblica: gli incontri con la popolazione
nelle piazze, possono aiutare ad avvicinarsi in maniera cosciente e razionale
alla realtà dei trapianti”.
Giuseppe Carà