Centenario delle Suore Ancelle con una mostra storica
– etnografica
DIVISE STORICHE
PIETRAPERZIA. La congregazione dell’istituto Ancelle Riparatrice apre i
festeggiamenti del centenario con una mostra storico etnografica. La fondazione
dell’ordine delle
delle suore Ancelle Riparatrici
e l’associazione “Sentinella di Corte” avvenne a Messina il 2 febbraio 1918 per
iniziativa di monsignor Antonio Celona, dichiarato venerale dalla congregazione
dei santi.
La casa generalizia di
Messina ha predisposto un progetto che sarà per tutti i cento istituti. “Il
progetto prevede –afferma la superiora della casa di Pietraperzia Suor Maria Vittoria - prevede la conoscenza delle opere compiute del
fondatore monsignor Antonio Celona. Inoltre ci impegniamo ad onorarlo per tutte le sue
opere e per la spiritualità che valorizza lo “spirito di riparazione”. Le
mostre artistiche nei rispettivi istituti e le forme di Adorazioni Eucaristiche
itineranti per divulgare la Spiritualità Riparatrice attraverso i media.
La mostra che è stata
inaugurata nel palazzo Deliella sede
Ancelle di Pietraperzia e che sarà aperta per tutte le domeniche
dell’anno fra vedere documenti e arredi sacri presenti nell’istituto e
viene affiancata da una sezione di documenti fotografici e biografici di tutte
le suore Ancelle Riparatrici provenienti da Pietraperzia. Annessa alla mostra è
stato realizzato un progetto rivolto per le scuole grazie al prezioso
contributo di Tiziana Traina e l’Associazione Archeoclub di Pietraperzia.
Inoltre
una statua del Cuore di Gesù a ricordo del centenario sarà
posta sopra una base fornita dal Comune nella villetta sita in Viale
della Pace. Ai piedi della stessa sarà posta una targa che farà riferimento
all’evento del centenario.
Nell’istituto sono presente
tre suore: Suor Maria Vittoria della Regina al secolo Giuseppa Spampinato che è
direttrice dell’istituto, suor Annunziata (al secolo Angela Giarrizzo) e suor
Maria Lilia (Rosaria Casciana). Attualmente nell’istituto di Pietraperzia sono
in funzione tre sezioni di scuola dell’Infanzia.
Giuseppe Carà