Educare tramite “Cine scuola
ambiente”.
IL MIRACOLO DELLì'ACQUA
IL VICARIO PROFESSOR
SALVATORE MASTROSIMONE
PIETRAPERZIA. La scuola ha dato l’adesione al progetto nazionale “educare” all’ambiente con
l’attenzione al cortometraggio diffuso in tutte le scuole dal MIUR. L’elemento
focale è la formazione. Il film porta il seguente titolo: “Il Bacio
Azzurro”.L’elemento focale è “l’acqua”.
Tra gli
appunti del MIUR afferma il professor
Salvatore Mastrosimone si legge: “Il
Bacio Azzurro” è una di quelle storie raccontate lentamente alla fiamma di un
camino. Un racconto con pochi personaggi ed un'unica protagonista: l'Acqua.
“Il Bacio
Azzurro” è un' opera cinematografica che porta questo messaggio attraverso il
recupero del Valore archetipico dell’acqua quale entità spirituale primigenia e
femminile dei popoli antichi di ogni parte del mondo. Non un semplice, freddo
elemento chimico, come sino ad oggi considerata, ma riconsegnandole il Suo
antico ruolo di vera e propria “Anima Mundi”.
L’acqua coscienza comune! L’Acqua è un bene essenziale per la
sopravvivenza di ogni forma di vita e del pianeta stesso. Si può vivere senza
mangiare ma non si può vivere senza bere. Concetti elementari che nella società
moderna sono troppe volte considerati scontati favorendo una ulteriore
suddivisione del Mondo.
Il film intende “Educare” al
recupero dell’importanza dell’Acqua come Bene fondamentale di tutti in modo
egualitario, attraverso il rispetto per essa e il significato intrinseco che
porta: un messaggio di Pace, di Libertà e di Unione fra i popoli. Sprecarla,
inquinarla, possederne il diritto è fonte di lotte, diseguaglianze e morte.
Il problema dell’acqua ha
coinvolto tutte le 39 classe dell’istituto ed in ogni classe il consiglio di
classe vi ha ricavata un’unità didattica. Sono stati avviati parecchi
laboratori e l’elemento forte è stato: “Evitare la sciupio dell’acqua; quindi l’aforisma “L’acqua è un bene sommo” è diventato emblema
di tutta la scuola e l’impegno didattico
ha coinvolto tutti gli insegnanti in un contesto interdisciplinari.
Giuseppe Carà