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lunedì 13 dicembre 2010

L'uomo e gli altri

Un’elevata lezione di antropologia di Nicoletta
Don Pino
Do ut des - Do affinché tau dia.
Petronio
L'antropologa Nicoletta Nonna
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 L' uso di questa locuzione latina è sintomatico di un atteggiamento " di baratto", di scambio condizionato.  Il mondo sembra essere  impostato e andare avanti implicitamente o esplicitamente su questo modello. Molte persone lo  assumono come filosofia per la propria vita, non riescono a dare  in cambio di nulla, generosamente e senza calcolare il ritorno.
Nell' estremo di un grande degrado antropologico l' uomo agisce per avere un tornaconto, un vantaggio personale.
Resta sempre valido il detto di Plauto "homo homini lupus", su cui Hobbes costruì il suo sistema filosofico. 
Tale espressione latina che  letteralmente significa "l' uomo è un lupo per l' uomo  riassume efficacemente una antica ed amara concezione della condizione umana, la quale si è tramandata e diffusa nei secoli, lasciando tracce di sé sia nel pensiero colto sia in alcuni detti popolari.Tale concetto dell' uomo nello stato di natura è stato ripreso e discusso nel XVI secolo dal filosofo inglese Thomas Hobbes. Secondo Hobbes, la natura umana è fondamentalmente egoistica, e a determinare le azioni dell'uomo sono soltanto l' istinto di sopravvivenza e di sopraffazione. Egli nega che l' uomo possa sentirsi spinto ad avvicinarsi al suo simile in virtù di un amore naturale. Se gli uomini si legano tra loro in amicizie o società, regolando i loro rapporti con le leggi, ciò è dovuto soltanto al timore reciproco.
Nello stato di natura, cioè uno stato in cui non esista alcuna legge, infatti, ciascun individuo, mosso dal suo più intimo istinto, cerca di danneggiare gli altri e di eliminare chiunque sia di ostacolo al soddisfacimento dei suoi desideri. Ognuno vede nel prossimo un nemico. Da ciò deriva che un tale stato si trovi in una perenne conflittualità interna, in un continuo bellum omnium contra omnes ( "guerra di tutti contro tutti"), nel quale non esiste torto o ragione (che solo la legge può distinguere), ma solo il diritto di ciascuno su ogni cosa, anche sulla vita altrui.
Fuori dall' ambito strettamente filosofico, al giorno d' oggi l' espressione è utilizzata per sottolineare, in tono ora ironico ora sconsolato, la malvagità e la malizia dell' uomo.
La frase è la palese rappresentazione dell' egoismo umano.
Secondo Kant l' uomo potrebbe avere una morale naturale che scaturisce da un principio innato. Egli, infatti, afferma:
" agisci in modo che la norma del tuo agire diventi universale".
La morale che propone Kant è uno studio sul giusto agire degli uomini che non prescinde dalle regole dettate dalla ragione, ossia l' etica per essere giusta deve seguire i percorsi della ragione. In particolar modo Kant introduce il concetto di imperativo categorico, ovvero un comportamento è da considerare morale in modo categorico, "senza possibilità di smentita," quando è universalmente riconosciuto, giusto in ogni momento ed in ogni situazione umana. Questo comportamento diventa allora vincolante per la morale di tutti gli uomini, ed una sua mancata applicazione significherebbe azione immorale.
L' idea è che l' uomo possa farsi guidare dalla ragione non solamente nel campo delle scienze ma anche nel campo della pratica morale dell' etica. 
Gesù Cristo, nel Vangelo, in modo diverso, ci ha ribadito lo stesso concetto: "Non fare agli altri ciò che non vuoi che venga fatto a te". Il Suo era ed é un messaggio d' Amore, puro e gratuito, di fratellanza, bontà e rispetto reciproco fra gli uomini, un insegnamento per la vita di tutti i cristiani di ieri, di oggi e domani, ossia universale ed eterno.
F.T. Marinetti ha avuto una bellissima intuizione riguardo al divenire dell' uomo. Egli sostiene che " l' essere partì dallo stato animale e si fermò a metà cammino, rimanendo, così metà uomo e metà animale", facendo riferimento ai suoi istinti più biechi ed alla sua malvagità.
Noi cristiani crediamo fermamente che nel Cristo Risorto si realizza l' "uomo nuovo" , ossia l' essere umano salvato da Dio Che si immerge nella Grazia divina.

Nicoletta Nonna