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venerdì 10 dicembre 2010

Metafora dell'amore

Due amanti silenziosi somigliano a due arpe con lo stesso diapason e pronte a confondere le voci in una divina armonia.
A.Karr

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Alphonse Karr, sociologo e scrittore francese del 1800, fu
anche autore di una grande quantità di aforismi.
Questo, in particolare, si rivela come una metafora dell'
unione spirituale tra l' amato e l' amata, tra l' anima e Dio, il suo Creatore.
Il pensiero immediato va a San Giovanni della Croce, autore dell' opera "La salita del Monte Carmelo" che intende aiutare le anime a meglio disporsi spiritualmente, onde attingere più speditamente l’unione con Dio. Sia ai principianti che ai già progrediti nelle vie dello Spirito, essa propone consigli utili e dottrina solida per liberarsi da tutte le cose temporali, ma altresì per non lasciarsi irretire nei beni spirituali e permanere in quella perfetta spoliazione e libertà spirituale, indispensabili per l’unione con Dio.
"Tutta la dottrina che esporrò in questa Salita del monte Carmelo è contenuta nelle strofe che seguono. In queste viene indicato il modo per salire fino alla cima del «Monte», raffigurante quel sublime stato di perfezione che qui chiamo unione dell’anima con Dio.  
Nel corso della spiegazione é  utile riportare ogni singola strofa e i versi distinti. Ecco qui la poesia.
Ivi l’anima canta la felice sorte che ebbe nel passare attraverso la notte oscura della fede per arrivare, spoglia e purificata, all’unione con l’Amato.
In una notte oscura,//con ansie, dal mio amor tutta infiammata //oh, sorte fortunata! //uscii, né fui notata,// stando la mia casa al sonno abbandonata.
Al buio e più sicura,// per la segreta scala, travestita, // oh, sorte fortunata!// al buio e ben celata,/ stando la mia casa al sonno abbandonata.// Nella gioiosa notte,// in segreto, senza esser veduta,// senza veder cosa,// né altra luce o guida avea// fuor quella che in cuor mi ardea.// E questa mi guidava; // più sicura del sole a mezzogiorno,//là dove mi aspettava // chi ben io conoscea,// in un luogo ove nessuno si vedea.// Notte che mi guidasti,//oh, notte più dell’alba compiacente!// Oh, notte che riunisti// l’Amato con l’amata,// amata nell’Amato trasformata!//Sul mio petto fiorito,// che intatto sol per lui tenea serbato,/là si posò addormentato // ed io lo accarezzavo,// e la chioma dei cedri ei ventilava.// La brezza d’alte cime,// allor che i suoi capelli discioglievo,// con la sua mano leggera // il collo mio feriva// e tutti i sensi mie in estasi rapiva.//Là giacqui, mi dimenticai,// il volto sull’Amato reclinai,// tutto finì e posai,// lasciando ogni pensier//tra i gigli perdersi obliato."
Tali versi  esprimono un lirismo molto intenso e, nel contempo, soave, leggiadro, che eleva l' anima verso il trascendente, il Divino.
Il medesimo aspetto si può riscontrare nel "Cantico dei Cantici", uno dei testi più lirici e inusuali delle Sacre Scritture. Racconta in versi l' amore tra due innamorati, con tenerezza . Ciò non pregiudica affatto il carattere sacro del testo, in quanto l' amore  dei due amanti  ha origine divina, come si può ricavare dal Ct 8,6: "Una fiamma di Dio/del Signore".
E' questo il messaggio principale del Cantico: l' amore tra uomo e donna, in tutte le sue dimensioni, quando é capace di recuperare l' originaria relazione con il Creatore, ha una  
forza superiore a quella della morte e libera l' essere umano dalle sue paure. I due amanti ripristinano, pertanto, la condizione edenica di Adamo ed Eva che, prima del peccato originale, vivevano in una reazione perfetta tra loro e con Dio. 
Un afflato cosmico, universale tra l' amato e l' amata che si sublima e si eterna in Dio. Splendido!

Nicoletta Nonna 


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Padre nostro, fa' che amiamo questo nostro tempo
                       e vi leggiamo sempre i segni del Tuo Amore.