PIETRAPERZIA. “La chiesa del Rosario non è stato ammessa al finanziamento del 2009 dei fondi dei beni culturali dell’otto per mille che gestisce la presidenza del consiglio. I fondi sono andati tutti ai terremotati dell’aquila. Quindi bisogno ripresentare entro marzo nuovamente l’istanza di finanziamento. L’istanza va presentata dall’ufficio tecnico del comune”. Questa notizia è stata diramata dal vicario episcopale ai beni culturali e materiali don Pino Paci, nominato a questa mansione dal vescovo Michele Pinnisi”. Sono ammessi ai fondi della presidenza del consiglio tutte le chiese che appartenmgono al FEC (fondi ecclesiastici per il culto) gestiti dal Ministero dell’Interno. Questi beni erano patrimonio della Chiesa e furono confiscati dalle leggi Siccardi nel 1850 e passarono allo stato. Appartengono al Fec la parrocchia Santa Maria del Gesù. Per la chiesa del Rosario furono stanziati 600 mila euro per l’interevento dell’onorevole Alessandro Pagano e l’allora segretario di Forza Italia Antonino Di Gregorio.
Il primo finanziamento fu fatto su un progetto redatto dall’architetto Paolo Sillitto, mente Rup (responsabile unico del procedimento) era il capo dell’ufficio tecnico Antonio Patti. La chiesa è consolidata ora si dovrebbero fare le rifiniture e quindi è stato redatto un secondo progetto. La chiesa di fatto appartiene alla parrocchia Madonna delle grazie e responsabile è don Giuseppe Rabita, che da primo febbraio 2009 è amministratore parrocchiale; dopo venti mesi la parrocchia non ha un parroco; per tale parrocchia vi è stata la disponibilità di qualche sacerdote per evitare che la parrocchia della Madonna della Grazie e della Chiesa Madre vengano accorpate.
La chiesa del Rosario era in precedenza dedicata alla SS. Nunziata e dava il nome al quartiere, detto della Nunziata vecchia. Giacché diroccata, fu sostituita dal marchese Matteo Barresi, feudatario di Pietraperzia, con questa, di ottime fabbriche, dedicata alla Madonna del Rosario ed affidata ai Padri predicatori dell’Ordine di San Domenico nel 1521.
La sposa di Matteo, Don Antonella di Valguarnera, seguitò la devozione e la datò di un mulino e delle terre annesse nel 1534. Così anche il figlio Gerolamo e via di seguito. La chiesa, dalla particolare spazialità data dall’impianto centrico, unico esempio di chiesa a croce greca della Diocesi di Piazza Armerina, fu edificata intorno al 1520 ed annessa al coevo convento dei PP. Domenicani, oggi occupato dalla sede municipale.
Il Comune ha dal 24 febbraio 2003, ricevuto comunicazione del Prefetto del parere favorevole espresso dalla Direzione Centrale per l’amministrazione del F.E.C. per attivare la concessione della Chiesa ad uso di auditorium.
L’intervento che il Comune propose è di ridestinazione della chiesa all’uso quale Auditorium, senza per ciò sottrarla definitivamente alla sua funzione liturgica, che tutt’ora non è stata soppressa dalla Diocesi di Piazza Armerina, per lo svolgimento occasionale di cerimonie.
Potranno in essa svolgersi eventi culturali, conferenze, convegni, per i quali il Comune non dispone ancora di spazi sufficienti; anche la comunità ecclesiale continuerà a disporne per lo svolgimento di cerimonie di matrimonio, comunioni, celebrazione di ricorrenze, esecuzioni corali.
E’ stato sottoscritto un Protocollo di Intesa tra la Curia Vescovile ed il Comune per regolare l’uso della Chiesa al termine dei lavori di restauro.
Don Pino Carà