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domenica 19 dicembre 2010

Avis record di donazioni e pranzo del donatore


 Avis record di donazioni e pranzo del donatore. .
PIETRAPERZIA. Con 60 prelievi l’Avis ha raggiunto quest’anno il record di donazioni e quindi si chiude il 2010 con 624 donazioni; nei suoi 19 anni di vita le donazioni sono state circa novemila. Hanno presieduto le donazioni di ieri dottor Enzo Di Marca e la dottoressa Sara Colletta, una delle più veterane dell’associazione. Il più giubilato resta l’infermiere Nino Ciulla che è stato presente sempre alle donazioni  e con lui sua moglie Lucia Di Forte e le sue figlie Giusy, Concetta e Nadia.
            Il team di segreteria che ha coordinato le donazioni risulta formato da Lillo Emma, Enzo Amico, Vincenzo Bongiovanni, Salvatore Bongiovanni, che si è conquistato l’appellativo di “rifocillatore” per il sostegno subito dopo la donazione, Lucia Di Forte e Giusy Ciulla. Gli anfitrione del grandioso apparato della donazione sono stati il presidente Luigi Sardo e l’amministratore delegato Pino Bongiovanni.
            L’Avis chiude l’anno sociale oggi con il tradizionale  “pranzo del donatore”  che sarà consumato in un agriturismo di Mirabella Imbaccari;  mentre la notte santa il gruppo dei donatori si troverà nella parrocchia Santa Maria per partecipare alla funzione della natività.
            “Siamo soddisfatti – dichiara il presidente Luigi Sardo – dei risultati raggiunti. Come associazione siamo la prima a livello antropologico e siamo in cattedra per condurre il paese ad una crescita di sentimenti umanitari. Dare il sangue è un atto nobile, che presuppone una comunità che viva nella pace e nell’armonia”.
            “Guido il gruppo di volontari verso gli indigente – afferma Pino Bongiovanni – e siamo molto attivi nella visita agli anziani ed agli ammalati; inoltre siamo presenti con le nostre modeste somme a dare una mano d’aiuto agli indigenti che a volte non hanno come compare il pane. La nostra associazione ha un umanesimo integrale che ci impegno il massimo possibile per migliore il cammino della società verso aperture di collaborazione e fratellanza”.
                                               Giuseppe Carà