Nella festa della Madonna del soccorso sabato sera alle 19 nella chiesa del
Carmine si è avuta la vestizione del confrate
Rocco Fonti e dell’ammissione di
due novizi Domenico Tamburello e Michele Pagliaro. Ha presieduto la celebrazione
della messa monsignor Osvaldo William
Brugnone.
Confrati 2018
neo confrati
Michele Pagliaro Rocco Fonti, Giuseppe Maddalena, Domenico Tamburello
confrati 2017
Nella festa della Madonna del soccorso sabato sera alle 19 nella chiesa del
Carmine si è avuta la vestizione del confrate
Rocco Fonti e dell’ammissione di
due novizi Domenico Tamburello e Michele Pagliaro. Ha presieduto la celebrazione
della messa monsignor Osvaldo William
Brugnone.
La scuola Cantorum è stata animata dal maestro Giuseppe
Chiolo.
Hanno letto le letture Michele Vitale, Salvatore Barrile
ed Enzo Amico; il rosario alla Madonna del Soccorso è stato recitato dall’insegnante
Concetta di Blasi pilastro della chiesa madre; .
padrino del confrate
è stata Giuseppe Paci.
Il consiglio
di amministrazione è formato da Giuseppe Maddalena Governatore, vice
governatore Enzo Spampinato,
segretario Gianluca Vinci, tesoriere Gero Di Blasi,
assistenti: Michele Vitale e Giuseppe di Gloria e Calogero Mellino. Il numero dei confrati è di
84 ed inoltre vi sono quattro che stanno
facendo l’anno di noviziato.
La divisa dei confrati è formata da camice e cappuccio
bianco e mantellina azzurra.
La confraternita
che è anche gelosa custode della tradizione di “Lu Signuri di li Fasci”,
processione molto sentita dalla popolazione pietrina e dai tantissimi
visitatori e turisti che giungono a Pietraperzia in occasione del Venerdì
Santo.
La devozione alla Madonna del Soccorso fu portata a
Pietraperzia, ad opera dei padri Agostiniani che vi edificarono una Chiesa con
l’annesso convento dedicandola alla Madonna del Soccorso. In seno a questa
comunità monastica nacque e si accrebbe la Confraternita sotto il titolo della
Madonna del Soccorso probabilmente nel XVI secolo. Successivamente ad essa si
aggregò la Confraternita degli Agonizzanti, con la fusione dei due titoli.
Scopo principale della confraternita
era di portare aiuto ai bisognosi, di confortare i moribondi e di
accompagnarli nel loro ultimo viaggio terreno ed infine di seppellirli. Essa
poteva ricevere lasciti e donazioni, con le quali rendite sorteggiava ogni anno
le doti alle orfane figlie di confrati nel giorno della festività della Patrona
della Confraternita l’otto di settembre.
Fino al dopo guerra curò la
“ruota”, luogo annesso alla chiesa Carmine dove venivano lasciati i bambini
abbandonati, ed inoltre partecipò col 50% dei capitali, alla fondazione
dell’ospedale “Rosina Di Natale.
Giuseppe Carà