Il Pub Rock fa rivivere il castello
Barresi ed il borgo medioevale sottostante
I NUMEROSI AVVENTORI
IL PRIMO CITTADINO
PIETRAPERZIA. Il Pub Rock fa rivivere il castello
Barresi ed il borgo medioevale
sottostante. Per tre giorni il quartiere Terruccia è stato animato dal Pub
Rock. La contrada è alle falde del castello Barresi ed ha come riferimento
l’aggraziata Piazza Terruccia. In atto questo quartiere detiene i resti
dell’antico medioevo e la piazza è l’agorà ancora viva del popoloso quartiere.
Ogni
anni nel contesto dell’Estate Pietrina vi è una tre giorni rock che sposta il
baricentro del paese e per la circostanza sono migliaia le persone che fanno le
ore piccole. Quella di quest’anno è la sesta edizione ed ogni anno vi è stato
un crescendo di presenze; ormai si parla di un appuntamento metodico.
I Pub
protagonisti dell’evento sono il Bar del Corso di Davide Santagati e Filippo
Drogo, il Green Pub dei fratelli Similia e l’Antica Botte di Claudio Valverde.
I Pub hanno
allestito nell’antica piazza medioevale “Piazza Terruccia” degli aggraziati
gazebo, vendendo panini e bevande; mentre dal palco si sono esibiti band locali
di provata esperienza. In una turnazione il primo giorno si sono esibiti i
gruppi “Scaddmen” e “The 5th rock”, il
secondo giorno la cover band “Modamaro” che ha cantato le canzoni dei Modà e
Negramaro e l’ultimo giorno i “Desaparecido” una cover band dei Litfiba.
L’assessore allo sport e
spettacolo Sebastiano Filippo Salerno ha affermato che anche quest’anno vi è
stato un grande successo di presenze e di qualità musicali.
“Il pub rock - dichiara l’assessore Sebastiano Filippo
Salerno – ha portato in paese molte persone dai paesi limitrofi come
Barrafranca, Piazza Armerina, Caltanissetta, Enna ed altri, confermando che la
musica di qualunque genere è sempre la scelta vincente”.
Il Pub Rock ha consentito che
molte persone potessero visitare il Castello Barresi, grazie al presidente
dell’Archeoclub Andrea Barresi ed al segretario critico d’arte Gianluca
Miccichè che hanno fatto fa da guida ai vari gruppi”.
Giuseppe Carà