“Lu Signuri di li fasci”
IL CROCIFISSO
LU SIGNURI DI LI FASCI
QUELLI DELLA LADATA
PIETRAPERZIA. Il venerdì santo trova la sua
identità nella processione de “Lu
Signuri di Li Fasci”, la cui portata è assunta a livello mondiali. Molte
televisioni grazie all’intervento del sindaco Vincenzo Emma e del governatore Giuseppe Maddalena sta sera
dalle 20 alle ore 24 trasmetteranno in diretta. La confraternita ha pubblicato
un opuscolo su “La Ladata Pirzisa” a cura dello glottologo Giovanni Culmone e
sarà distribuita gratuitamente a tutti i presenti; sono stati stampati
diecimila copie.
Oggi la giornata si apre con
il digiuno e l’astinenza. Stasera alle ore venti si ha l’alzate a cui
partecipano migliaia di persone. L 'attenzione degli astanti si pone sul
confrate guida, in attesa del segnale che tutti attendono. Con lo sguardo volto
ad accertarsi che le fasce siano state sistemate in modo equilibrato, e che
ognuno sia al posto giusto; il confrate batte tre colpi sulla "vara"
e in un guizzo di luce bianca la Croce è posta in posizione verticale pronta
per iniziare la processione.
La Croce di Lu Signuri di
Fasci è costituita da una trave di legno di cipresso di circa nove metri di
altezza che viene innestata su una base cubitale in legno di rovere detta
"vara". Le numerose fasce che cominciano ad essere annodate alle ore
17 sono strisce di lino bianco della lunghezza di circa 32 metri e della larghezza
di circa 40 centimetri,
che vengono allacciate alla Croce a metà della loro misura totale, producendo
il raddoppiamento del numero reale delle stesse. I fasci vengono affissati a
turno e quest’anno non potranno essere affidate quelle che vanno dal 300 al
371. Vengono, in ultimo, montati i raggi ed infine "Lu munnu" un
globo di legno e vetri colorati, simbolo dell'universalità del Cristo.
La processione, aperta dalla
Confraternita del Soccorso, segue un ordine prestabilito e consolidato nel
corso dei secoli. Il fercolo di “Lu Signuri di li fasci” inizia la processione,
con una perfetta sincronia dei fedeli. Sul sagrato antistante la chiesa Madre
viene portato dalle donne il fercolo dell'Addolorata, che attende il passaggio
di Lu Signuri di Fasci e l’urna con il Cristo morto. Il fercolo dell'Addolorata
viene portato a spalla dalle donne della Confraternita omonima.
La processione percorre via
Barone Tortorici e via Garibaldi. Un giro particolare è quello che da via
Garibaldi immette in via Rosolino Pilo. Con una precisione millimetrica la
guida della vara deve calcolare l'angolo del giro per consentire una perfetta
manovra, pena il sovraccarico sulle spalle dei portatori e l'aggrovigliarsi
delle fasce, con conseguente instabilità del fercolo e poi la processione
percorre le tradizionali vie dei santi. Ad arricchire la suggestività della
processione ci sono anche i “ladatura” che
cantano la via al calvario del Cristo, morto per i peccati dell’umanità.
La processione ha radici molto antiche e già nel 1776 Fra Dionigi, storico
locale ce da una copiosa descrizione
della processione.
Alle ore 15.00, in un mistico
silenzio nella chiesa del Carmine, in una chiesa gremita di fedeli partecipi, i
Confrati viene deposto il Crocifisso prelevato dalla propria cappella ed il
silenzio viene rotto dall'invocazione dei confrati: "Pietà e Misericordia
Signuri". Il Cristo iene portato in Chiesa Madre per l’adorazione solenne
della croce.
Giuseppe Carà