Sicilia antica ed i capolavori
scomparsi
PIETRAPERZIA. La sezione locale di SiciliAntica, presieduta dal dr. Sebastiano
Salerno, il prossimo 5 dicembre terrà una conferenza sulle opere d’arte
sparite, a vario titolo (lecito ed illecito) da Pietraperzia, intitolata
appunto “Avevamo…Storia di capolavori d’arte un tempo presenti a Pietraperzia”.
L’attenzione sarà puntata, anche tramite fotografie, su sculture, dipinti,
mobili, documenti, ed altro. che si
erano accumulati nella millenaria storia pietrina, del suo Castello e delle sue
Chiese.
La
manifestazione si svolgerà nei saloni della Società Regina Margherita alle ore
18.30 e sarà preceduta dai saluti di benvenuto del presidente del sodalizio,
Fabio Calì e seguiranno gli interventi dell’archeologo Sebastiano Salerno,
dell’avv. Salvatore Bevilacqua e dello storico locale Antonio Caffo.
L’idea è nata
dalle ricerche di quest’ultimo che appassionato di storia locale, ma attento ed
intelligente utilizzatore dei nuovi strumenti tecnologici, internet in testa, è
riuscito a risalire a documenti e fotografie che ritraggono opere d’arte delle
quali si erano da decenni perse le tracce. I pezzi forti sono costituiti dalla
vicenda del busto del barone Antonio Giovanni Barresi, signore di Pietraperzia
e del suo castello nella seconda metà del XV secolo, opera di Francesco Laurana
massimo scultore dell’epoca operante non solo nel regno di Napoli e di Sicilia
ma anche in Francia. Del capolavoro del quale almeno a Pietraperzia restava
soltanto una antica fotografia di fine ‘800 dove si intraveda appena il busto
ed il suo basamento (quest’ultimo oggi a Villa Scalea a Palermo); Antonio Caffo ha rinvenuto le fotografie ed è
stato, almeno in parte, ricostruito il percorso che da Pietraperzia, passando
per l’Inghilterra e New York, lo avrebbe portato molto probabilmente ora in un museo/Istituto
di restauro della ex Jugoslavia.
Sempre
Antonio Caffo, vigile urbano molto conosciuto in paese, ha anche rispolverato
una pianta dei primi anni del ‘700 che, custodita ora a Torino, ritrae
Pietraperzia con l’antica Matrice cinquecentesca diversamente orientata
rispetto all’attuale costruita all’inizio del XIX secolo sulle maceria di
quella più antica.
Le sorprese
non si limitano a queste “scoperte”, dato che gli organizzatori annunciano la
presentazione del recente rinvenimento di un’altra antica e pregevole
riproduzione relativa ad un diverso signore sempre di casa Barresi nonché la
riproduzione della via Crucis rubata nel secondo dopoguerra del XX secolo sempre
dalla Chiesa Madre ed altre riproduzioni.
Giuseppe Carà