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domenica 29 gennaio 2017

DONAZIONE DEL MESE DI GENNAIO ALL'AVIS. 28 GENNAIO 2017


Donazioni di gennaio ed iniziative filantropiche 

 FIORELLA PRIVITERA, MANUEL CARCIOFOLO, SARA COLLETTO

PIETRAPERZA.  Donazioni feconde per il mese di gennaio all’Avis. Nella donazione di ieri sono stati raccolte 35 flaconi di sangue. Hanno presieduto la donazione i medici Sara Colletto e Fiorella Privitera. Fanno parte del team dei medici per i prelievi Enzo Di Marca, Carmela Romano ed Antonio Viola, che è il coordinatore. L’infermiere sempre presente è stato Nino Ciulla, con la presenza della moglie Lucia Di Forte e delle tre figlie Giusy, Concetta e Nadia. Tra i volontari che hanno dato la presenza per assistere i donatori c’erano: Davide Marzella, Manuel e Sabrina Carciofolo, Enzo Bongiovanni, Adriana Messina, Rosy Ferro, Marika Rindone e Simona Salerno.
      Pilastro dell’Avis restano il presidente Luigi Sardo e l’amministratore delegato Pino Bongiovanni. Inoltre sono stati pubblicati i traguardi raggiunti nel 2016:  662 donazioni, 472 donatori che sono soci effettivi dell’ associazione. In tutto sono state fatte 28 sedute di raccolta. Dalla fondazione della sezione locale dell’Avis  nel 1991 ad oggi le donazioni sono diecimila 485.
      La sede dell’Avis costruita con la collaborazione dei soci è titolata a Francesco Tabbaro, perito in un incidente stradale  e  che i suoi familiari permisero l’espianto di tutti i suoi organi. Altre due sale della donazione sono state titolate  a Gino Legname ed a Rocco La Monica.
      L’Avis svolge attività filantropiche con dei buoni viveri ed all’occorrenza si carica di bellette di luce, acqua ed altro.
Nel 2016 sono state fatte due gite culturali, a Piana degli Albanesi  per un incontro ecumenico con gli ortodossi ed a Caltagirone per l’infiorata di maggio.
      E’ tradizione che in occasione del Natale si fa il pranzo dei soci e vengono premiati coloro che hanno fatto  le seguenti donazioni: 8,  16, 24, 50.
      L’Avis a Pietraperzia incarna la  dimensione antropologica e filantropica.
Giuseppe  Carà