Restauro dell’effige della Madonna della Cava del ‘200
LA MADONNA PRIMA DEL RESTAURO
PIETRAPEZIA. Giorno 11 luglio prossimo nel santuario
della Madonna della Cava, patrona del paese avverrà la presentazione dei
restauri del dipinto murale, che dopo circa sette secoli ritorna al suo antico
splendore di icona.
Saranno presenti alla
cerimonia le massime autorità religiose e civili: porgeranno i loro saluti il
rettore del santuario mons. Giovanni
Bongiovanni, il vescovo di Piazza Armerina Rosario Gisana, , Il prefetto
di Enna Fernando Guida, il sindaco di Pietraperzia Vincenzo Emma e l’architetto
Salvatore Gueli, soprintendente BB.CC.AA. di Enna.
“La seconda parte della
presentazione – dichiara lo storico andrea Rapisardi - sarà impegnata dai
tecnici che hanno restaurato il dipinto.
Interverranno Don Giuseppe
Paci direttore Ufficio Beni Culturali della diocesi, l’arch. Luigi Maria Gattuso
direttore per i Beni Storico artistici di Enna ; porteranno il loro contributo
scientifico ed artistico il dott. Polo Russo storico dell’arte, la dott.ssa
Maria Katia Guida storica dell’arte della soprintendenza di Messina ed i restauratori Raffaella Greca e Mario Arangio.
La sacra effigie, oggetto di
venerazione da parte del popolo pietrino, dimostrava la sua vetustà ed era in
pessime condizioni di conservazione, e necessitava di un pronto ed immediato
intervento. I restauratori con massima perizia e sotto la guida della soprintendenza
di Enna, collaborati dall’Archeoclub hanno condotto i lavori di risanamento e
pulitura dopo essersi consultati con il gruppo .
L’effigie nel 1687 fu
staccata dal muro e portata a Pietraperzia, ma in contrada Madonnuzza cadde dalla lettiga frantumandosi in mille
cocci; fu ricomposta ma parte dell’originale andò perduta. Fu allora che per
riempire il vuoto fu ridipinto il Bambino Gesù in una posizione presumibilmente
diversa dall’originale.
Il volto riapparso da sotto
una miriade di “ridipinture”, è originale e come tutte le icone ha una aureola
in ocra perlinata nei contorni; del
Bambino di originale resta l’aureola che dalle tracce doveva essere cruciata.
Per dare maggiore chiarezza
alle varie e lunghe fasi del restauro, a
cura dell’Archeoclub con la collaborazione della Soprintendenza di Enna ed i
restauratori, nel salone della Cava è stata allestita una mostra con foto e spiegazioni sulle varie fasi,
arricchita dagli ex voto, arredi, paramenti ed un capitello in marmo del Gagini
proveniente dalla precedente chiesa.
Giuseppe Carà