Presentazione del Restauro della
Madonna della Cava
HANNO CONTRIBUITO AL RESTAURO
RFFAELLA GRECO ILLUSTRA LE FASI MDEL RESTAURO
L'EFFIGE RESTAURATA
PIETRAPERZIA: Presentazione del restauro della
Madonna della Cava: la vera immagine della patrona di Pietraperzia. Il restauro
è stato finanziato dal banco cooperativo “San Michele di Caltanissetta e di
Pietraperzia d’intesa con il rettore del santuario mons. Giovanni Bongiovanni
ed il vicario episcopale dei Beni
Culturali della diocesi Don Pino Paci; sensibile la collaborazione economica
dei fedeli. Il restauro che è durato tre anni ha avuto un costo di circa 25
mila euro. L’effigie è un’icona bizantina che fu sotterrata nella lotta
iconoclasta e fu ritrovata secondo la tradizione da un muto trapanese che
ottenne la favella. Per la “San Michele” hanno dato la presenza il presidente
Nicola Mastrosimone e la vice presidente Rosaria Nicoletti; il direttore
generale Michelangelo Bonsignore ed il vice Gabriele Nicoletti.
“L’effigie
– ha affermato il vescovo Rosario Gisana – dopo tanti secoli ritorna alla realtà
di origine, dopo un restauro di qualità in modo scrupoloso e pignolo: I restauratori
con molta pazienza hanno ricostruito le vera immagini della Madonna della Casa,
nostra patrona.
Ha
presentato le tappe del lavoro la restauratrice Raffaella Greco servendosi di
diapositive. Molto partecipato l’evento che si cala nella storia del paese.
Ha
aperto i lavori il rettore monsignor Giovanni Bongiovanni affermando che il restauro è stato possibile
grazie alla banca San Michele, che è stata molto munifica. In complementarietà
sono intervenuti il vescovo di Piazza Armerina Rosario Gisana, il prefetto di
Enna Fernando Guida, il sindaco Vincenzo Emma che ha affermato che in paese vi è
un pullulare di iniziativa per tutti i beni culturali, religiosi e civili, l’architetto
Salvatore Gueli, soprintendente dei beni culturali della provincia di Enna, Don
Giuseppe Paci direttore Ufficio Beni Culturali
della diocesi, l’arch. Luigi Maria Gattuso direttore per i Beni Storico
artistici di Enna ; hanno portato il loro contributo scientifico ed artistico
il dott. Polo Russo storico dell’arte, la dott.ssa Maria Katia Guida storica
dell’arte della soprintendenza di
Messina ed i restauratori Raffaella
Greca e Mario Arangio.
A chiusura dei lavori è stato inaugurato il
museo religioso adiacente il santuario dove tra l’altro vi sono centinaia di ex
voto per grazie ricevute.
“La sacra effigie, oggetto di
venerazione da parte del popolo pietrino, - afferma il presidente dell’Archeoclub
Andrea Rapisardi, che ha curato la struttura tecnica dell’organizzazione - dimostrava
la sua vetustà ed era in pessime condizioni di conservazione, e necessitava di
un pronto ed immediato intervento. I restauratori con massima perizia e sotto
la guida della soprintendenza di Enna, collaborati dall’Archeoclub hanno
condotto i lavori di risanamento e pulitura dopo essersi consultati con il
gruppo .
L’effigie nel 1687 fu staccata dal muro e portata
a Pietraperzia, ma in contrada Madonnuzza
cadde dalla lettiga frantumandosi in mille cocci; fu ricomposta ma parte
dell’originale andò perduta. Fu allora che per riempire il vuoto fu ridipinto
il Bambino Gesù in una posizione presumibilmente diversa dall’originale.
Il volto riapparso da sotto una miriade di
“ridipinture”, è originale e come tutte le icone ha una aureola in ocra
perlinata nei contorni; del Bambino di
originale resta l’aureola.
Per dare maggiore chiarezza alle varie e lunghe
fasi del restauro, a cura
dell’Archeoclub con la collaborazione della Soprintendenza di Enna ed i
restauratori, nel salone della Cava è stata allestita una mostra con foto e spiegazioni sulle varie fasi,
arricchita dagli ex voto, arredi, paramenti ed un capitello in marmo del Gagini
proveniente dalla precedente chiesa.
Giuseppe Carà