Trecento operai scendono al lavoro per chiudere le giornate previste
IL CAPOSQUADRA ASSESSORE
TOTO' MESSINA
PIETRAPERZIA.
Sono trecento gi operai forestali che venerdì sono scesi a lavoro per terminare
le giornate di cartello da loro acquisiti. Entro il 31 dicembre gli operai
porteranno a termine le loro giornate; son 78unisti, 101 uniti e 151 unisti. E’
stata una battaglia all’ultimo sangue che ha visto in difficoltà di dialogo le
forze politiche, sindacali e burocratiche.
Giorno 20 ottobre scorso la maggioranza
dei parlamentari che appoggia il governatore Rosario Crocetta ha approvato la
variane di bilancio di 22,5 milioni di euro e che furono assegnati
all’assessorato alla all’agricoltura e foresta. Fu una giornata tragica per il susseguirsi
degli eventi infatti la seduta in assemblea saltò per tre volte.
Sono state tempi duri di crisi ed
apprensione per le 300 famiglia dei forestali che ora almeno potranno avere un
po’ di serenità perché il problema globale resta sempre aperto.
In paese sono stati attivi nel seguire la
problematica, l’amministrazione comunale di Emma che mandò alla manifestazione di
Palermo gli assessori Maria Giusy Rindone, Totò Messina e Salvatore Di Calogero.
Per il sindacato resta sempre bandiera di riferimento Enzo Bongiovanni di
elevato spessore umanitario.
I pietrini andranno a completare le
giornate nel cantiere della riserva di Marcato Bianco; ora la forestale sta
rimodulando i progetti e potrebbe anche avvenire che gli operai pietrini vengano
trasferiti in altre foreste della provincia di Enna.
Inoltre gli operai devono ancora percepire alcune mensilità,
come i 151unisti che ancora devono prendere le gli ultime tre mensilità.
Con obiettività si può dire che
serenamente si va verso la normalizzazione. Un ruolo di supporto propositivo viene svolto dall’assessore Totò Messina che è anche caposquadra.
La forestale è l’unica realtà che consente
la vivibilità economica al paese; perché il terziario è in crisi, mentre
l’edilizia e l’agricoltura sono in stato comatoso.
Un fatto è certo: siamo sempre estremo Sud
che lotta per la sopravvivenza.
Giuseppe Carà