Proclamato lo stato di calamità naturale
IL PRIMO CITTADINO
AVVOCATO ANTONIO CALOGERO BEVILACQUA
PIETRAPERZIA.
Proclamato lo stato di “Calamità Naturale”
con delibera municipale. La delibera è stata inviata al presidente della
Regione Nello Musumeci. In giunta presenti il vice sindaco Laura Corvo e gli
assessori Chiara Stuppia e Michele La Placa. Pareri positivi dall’ufficio della
protezione civile presieduto dal ragioniere Giuseppe Di Gloria, dal segretario
comunale Francesco Battaglia, dal capo dell’Ufficio Tecnico Salvatore Patti,
dal capo dell’ufficio Ragioneria Gianfilippo Marino e dalla dottoressa Giovanna
Di Gregorio agli affari Generali.
Al
riguardo il sindaco Antonio Calogero Bevilacqua afferma: “La copiose piogge
torrenziali a fine del mese di ottobre e protrattasi agli inizi del mesi di
novembre hanno arrecato gravi danni su tutto il territorio comunale. Sia alla
viabilità (su tutti si ricordano il cedimento del “Viadotto Vallone 1”sulla
s.s. 640 DIR e le numerose frane che hanno interessato le arterie comunali), sia
alle aziende agricole e pastorali compromettendo l’annata agraria con pesanti
ripercussioni economiche, per mancata e ridotta produzione delle aziende nel
territorio comunali. Viste le segnalazione di danno presentatati dagli
allevatori e dagli agricoltori abbiamo dichiarato lo stato di “Calamità
Comunale” e già abbiamo interessato la Regione ed in modo particolare
l.’assessorato all’agricoltura”.
“Nella relazione inviata alla Regione –
continua Bevilacqua - abbiamo descritto
tutta la viabilità comunale che è andata in completo dissesto: sono 14 le strade segnale che sono andate distrutte e
per gli agricoltore diventa problematico raggiungere le aziende”; la protezione
civile sta facendo la sua parte con i mezzi comunali, ma sono una goccia
d’acqua in un Oceano”.
U.T.C. ha
emanato pubblico avviso affinché gli agricoltori e gli allevatori inoltrino
segnalazioni di eventuali danni subiti al competente Ispettorato
all’Agricoltura per gli interventi e per i danni subiti”.
“Questo disastro naturale – conclude
Bevilacqua – ha messo in ginocchio la sopravvivenza della stessa agricoltura.
Bisogna agire tempestivamente affinché un intero territorio ritrovi
sopravvivenza”.
Giuseppe
Carà