Match sulle tasse
IL CAPOGRUPPO DELL'OPPOSIZIONE
FILIPPO BEVILACQUA CAPOGREUPPO DELLA MAGGIORANZA
PIETRAPERZIA. Match rovente tra opposizione e
maggioranze sulle tariffe delle tasse approvate nell’ultimo consiglio comunale
con i voti dei dieci consiglieri della maggioranza.
I
cinque consiglieri dell’opposizione (Antonio Viola capogruppo, Vincenzo Calì,
Calogero Di Gloria, Maria Rosa Giusa e
Silvia Romano) hanno distribuito un volantino con critiche pungenti alle
tariffe applicate dalla maggioranza in consiglio comunale. In modo particolare i
cinque consiglieri dell’opposizione accusano di incoerenza i grillini perché
quando erano opposizione proponevano tariffe diverse. Per l’Imu agricola è
stata portata a 5,9 per mille, mentre prima proponevano il quattro per mille; infine
la Tasi dall’uno per mille è stata
portata al 2,5 per mille e aggiungono: chi pagava 200 euro pagherà 500 euro,
con un aumento del 150 per cento.
La
risposta è arrivata dal capogruppo dei grillino Filippo Bevilacqua che afferma:
“Il documento dell’opposizione contiene
un mucchio di inesattezze e di menzogne demagogiche. La nostra lista non ha mai
parlato di tasse in campagna elettorale. L’unico impegno in materia fiscale che
abbiamo preso con i cittadine era l’abbassamento dell’Imu agricola e così
abbiamo fatto, portandola da 7,6 a 5,9 per mille, al fine di agevolare l’unico
settore produttivo del nostro paese. Sulla Tasi l’opposizione fa allarmismo,
dal momento che nemmeno i proprietari di un castello pagherebbero 500 euro,
mentre l’aumento medio è di soli 50 euro”.
Il sindaco nel suo intervento afferma: “Mi
permetto di ricordare che sia la Tasi che l’Imu agricola sono state introdotte
dagli ultimi due governi di centrosinistra, Letta e Renzi, con conseguente
taglio dei trasferimenti a favore dei Comuni. Per l’anno 2015 abbiamo ricevuto oltre
650.000 euro in meno da parte di Stato e Regione, per cui se veramente il
premier Renzi manterrà la promessa di eliminare Tasi, Imu e Imu agricola,
uniche fonti di finanziamento dei Comuni, voglio sperare che siano assicurati
stanziamenti sufficienti ai servizi essenziali”.
Giuseppe Carà