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sabato 21 giugno 2014

GIORNATA MONDIALE DEL MIGRANTE 20 GIUGNO 2014. RIFLESSIONI DEL TEOLOGO LUCA CRAPANZANO




 GIORNATA DEL MIGRANTE

IL TDEOLOGO LUCA CRAPANZANO

Il rapporto della chiesa e i migranti in occasione della giornata mondiale dei rifugiati. A dare degli spunti interessanti sul tema dei rifugiati e sulla solidarietà della chiesa verso gli <> è il giovane sacerdote Luca Crapanzano, vicerettore del seminario vescovile diocesano, docente presso l’istituto superiore di scienze religiose “Mario Sturzo”. Don Luca Crapanzano interviene sulla figura del rifugiato al quale va connesso anche quella del migrante, dopo aver compiuto diversi studi e conseguito in precedenza anche il dottorato in Sacra Teologia nella Pontificia università lateranense di Roma.  “ Il concetto di dialogo – afferma don Luca Crapanzano - deve diventare un metodo per cui non deve intendersi solo come comunicazione, ma incontro con l’altro. Riprendendo le parole del filosofo francese Immanuel Levinas, il dialogo svela anche il volto di chi parla. Credo che il binomio pace -solidarietà è inscindibile. Si inizia ad essere costruttori di pace solo se accogliamo tutti e ci lasciamo accogliere da tutti. Tutti siamo “migranti o rifugiati”, nel senso che facilmente transitiamo da un posto ad un altro, da un paese ad un altro. Infatti penso che sia importante il concetto biblico secondo cui il popolo di Israele scelto da Dio non ha una fissa dimora e quindi deve passare alle nuove generazioni come educazione al valore dell’accoglienza e dell’amore”. Già la diocesi armerina lo scorso 19 gennaio aveva organizzato una iniziativa a Villarosa con i ragazzi dell’Acr  in occasione della centesima giornata del migrante e del rifugiato. “L’ atteggiamento di accoglienza – continua Crapanzano - è anche espressione del concetto di solidarietà, ma è anche  un comportamento attivo che vede i bisogni dell’altro, anzi anticipa la stessa richiesta di aiuto, per essere “presenza” di amore. Il migrante che si trova in un Paese diverso è pure in movimento ed è alla ricerca, non semplicemente di qualcosa, ma di qualcuno. Il vero gesto di solidarietà fraterna al migrante o rifugiato è capire il motivo che lo ha portato a migrare. Oggi, nella dittatura silenziosa dell’economia e del mercato, il motivo della migrazione spesse volte è sottaciuto anche dalle stesse agenzie di aiuto”. Tanti i documenti che la chiesa ha avanzato sul problema della migrazione, sui rifugiati (si tiene conto anche sulla differente religione e cultura dei migranti) come la costituzione apostolica “Exsul familia” di Pio XII del 1952 o il motu proprio di Paolo VI del 1969 “Pastoralis migratorum cura”.
 RENATO PINNISI