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lunedì 2 giugno 2014

GENEROSA DONAZIONE ALL'AVIS. TRIONFO DI LUIGI SARDO


Donazione di spessore all’Avis

NINO CIULLA, SALVATORE BEVILACQUA, SARA  COLLETTO


PIETRAPERZIA. Con l’attivissima e generosissima  dottoressa Sara Colletta, collaborata dal suo team Vincenzo Di Marca, Carmela Romana ed Antonio Viola ieri mattina è stata fatta all’Avis l’undicesima donazione del 2014: sono stati 46 i donatori, che assieme alle altre donazioni si arriva a 270. Punto forte dell’attività paramedica è l’infermiere Nino Ciulla, che è sempre presente con la moglie Lucia Di Forte e le sue tre figlie.
       Tra i donatori l’avvocato Salvatore Bevilacqua che ha portato per la donazione molti grillini.
       La parte tecnica ed organizzativa è stata curata dall’intrepido presidente Luigi Sardo ed il suo generoso amministratore delegato Pino Bongiovanni.
All’Avis  collabora per la donazione un gruppo giovanile la cui animatrice è la segretaria Adriana Messina; gli altri giovani volenterosi sono: Enzo Bongiovanni, Enzo Amico, Nadia Ciulla, Lucia Di Forte, Tiziana Crisafi, Michela Ciulla, Michele Falzone, Manuele Giuseppe Carciofolo, Antonio Bevilacqua.
Le donazioni globali dalla fondazioni sono 8.793; mentre nel 2013 sono state fatte  705 donazioni. Si sono aggiunti altri iscritti ed i soci attualmente sono 499.
L’Avis è diventata una scuola di filantropia ed emana una dimensione antropologica al paese, che sta vivendo momenti di aridità e di desolazione. L’Avis è impegnata nel campo della solidarietà; infatti vengono fatti parecchi intereventi per gli indigenti. Ogni anno vi è la gita del donatore gratuitamente, che quest’anno sarà fatta a Solunto e zone circostanti. Tra le azioni umanitarie ci sono le visite agli ammalati ed a coloro che sono soli. Spesso le persone vengono accompagnate per le visite specialistiche. Nella sede dell’Avis che è molto aggraziata ha preso via il circolo ricreativo; è diventato un onore essere soci dell’Avis.
L’Avis ha fatto una campagna di formazione nelle scuole , che ha suscitato anche donatori tra gli alunni della scuola superiori.
Giuseppe Carà