PIETRAPERZIA. “Sicilia
Antica” chiede l’affidamento del sito archeologico di contrada “Runzi”. Sempre
più intensa l’attività di Sicilia Antica che opera proficuamente nel territorio da un
anno ed in questo seppur breve periodo è stato fecondo di numerose iniziative”.
Ora il Presidente Sebastiano
Salerno annuncia: “Sicilia Antica è disponibile ad adottare il sito
archeologico di Runzi, per ripulirlo e renderlo fruibile ai turisti, ricreando
l’antico collegamento con la Villa romana del Casale. Abbiamo già predisposto
un progetto e lo abbiamo fatto visionare al soprintendente Salvatore Gueli,
competente a decidere sull’assegnazione del sito, che si è espressa
favorevolmente chiedendo al contempo di incontrare il sindaco Emma per
discutere la questione burocratica; quindi – continua Salerno - il progetto sembra destinato ad andare in
porto. Speriamo vivamente per il bene del paese che il sindaco Emma non si sottragga
a questa incombenza e fissi al più presto l’incontro”.
“Il sito archeologico di contrada Runzi
– afferma l’ing. Rocco Micciché - è ubicato a sud-est dell’abitato ed è posto
nella parte sommitale di una valle che degrada verso il Vallone dell'Oro. Nell’area
sottoposta a vincolo archeologico si trovano strutture murarie pertinenti ad
una tipologia abitativa di età romana (I sec. a.C.-III sec. d.C.) legata
all’economia rurale. Il complesso di contrada Runzi è infatti definibile come
un villa rustica, la cui
economia rurale era basata sullo sfruttamento della mano d’opera schiavile ai
fini della coltivazione intensiva dei fondi agricoli, con la promozione in loco
di attività produttive e manifatturiere”.
“È possibile distinguere – dichiara
l’avvocato Salvatore Bevilacqua - all’interno del complesso edilizio indagato,
nella porzione a monte “la pars
dominica”, riservata alle diverse funzioni residenziali dei proprietari
del fondo, e nella porzione a valle “la pars
fructuaria”, dove si svolgevano le attività legate alla produzione,
conservazione e trasformazione dei prodotti agricoli”.
“Le indagini archeologiche – continua
l’illustre avvocato - furono avviate
dalla Soprintendenza di Agrigento degli anni 1984-1986 e proseguite dalla
Soprintendenza di Enna, a partire dal 1987 fino al 1993. L’intervento di
valorizzazione realizzato dal comune di Pietraperzia è stato realizzato con i
fondi del P.I.T. 11-496 “Enna: turismo
tra archeologia e natura”, concentrati nella realizzazione delle
infrastrutture per l’accoglienza e la fruizione del sito”.
“Altra iniziativa –
conclude l’avocato Bevilacqua - che merita di essere citata è stata la
presentazione del libro “Il territorio di Pietraperzia dalle origini alla
conquista Normanna” a firma di Rosario Nicoletti e di Sebastiano Tusa che
raccoglie i lunghi anni di lavoro che i due hanno condotto nello straordinario
territorio di Pietraperzia; presentazione alla quale hanno presenziato alcuni
fra i più illustri archeologi e storici siciliani. Altre iniziative invece sono
state una piacevole novità per il contesto locale: così “la serata di
osservazione delle stelle” organizzata nello splendido scenario delle Carcare
di Marano; o la pedalata che ha attraversato i due siti di Monte Cane e
Tornambè; la mostra di presepi provenienti dalle varie parti del mondo; e altro
ancora. Eventi che mai si erano visti a Pietraperzia e che l’associazione è
riuscita a portare a termine nel corso del suo primo anno di vita”.
Giuseppe Carà