Visualizzazioni totali

lunedì 9 giugno 2014

SICILIA ANTICA DI SEBASTIANO SALERNO SI RENDE DISPONIBILE A GESTIRE IL SITO ARCHEOLOGICO RUNZI


“Sicilia Antica” chiede l’affidamento del sito archeologico di contrada “Runzi”

 GLI OPERATORI


PIETRAPERZIA. “Sicilia Antica” chiede l’affidamento del sito archeologico di contrada “Runzi”. Sempre più intensa l’attività di Sicilia Antica  che opera proficuamente nel territorio da un anno ed in questo seppur breve periodo è stato fecondo di numerose iniziative”.

Ora il Presidente Sebastiano Salerno annuncia: “Sicilia Antica è disponibile ad adottare il sito archeologico di Runzi, per ripulirlo e renderlo fruibile ai turisti, ricreando l’antico collegamento con la Villa romana del Casale. Abbiamo già predisposto un progetto e lo abbiamo fatto visionare al soprintendente Salvatore Gueli, competente a decidere sull’assegnazione del sito, che si è espressa favorevolmente chiedendo al contempo di incontrare il sindaco Emma per discutere la questione burocratica; quindi – continua Salerno -  il progetto sembra destinato ad andare in porto. Speriamo vivamente per il bene del paese che il sindaco Emma non si sottragga a questa incombenza e fissi al più presto l’incontro”.

“Il sito archeologico di contrada Runzi – afferma l’ing. Rocco Micciché - è ubicato a sud-est dell’abitato ed è posto nella parte sommitale di una valle che degrada verso il Vallone dell'Oro. Nell’area sottoposta a vincolo archeologico si trovano strutture murarie pertinenti ad una tipologia abitativa di età romana (I sec. a.C.-III sec. d.C.) legata all’economia rurale. Il complesso di contrada Runzi è infatti definibile come un villa rustica, la cui economia rurale era basata sullo sfruttamento della mano d’opera schiavile ai fini della coltivazione intensiva dei fondi agricoli, con la promozione in loco di attività produttive e manifatturiere”.

“È possibile distinguere – dichiara l’avvocato Salvatore Bevilacqua - all’interno del complesso edilizio indagato, nella porzione a monte “la pars dominica”, riservata alle diverse funzioni residenziali dei proprietari del fondo, e nella porzione a valle “la pars fructuaria”, dove si svolgevano le attività legate alla produzione, conservazione e trasformazione dei prodotti agricoli”.

“Le indagini archeologiche – continua l’illustre avvocato -  furono avviate dalla Soprintendenza di Agrigento degli anni 1984-1986 e proseguite dalla Soprintendenza di Enna, a partire dal 1987 fino al 1993. L’intervento di valorizzazione realizzato dal comune di Pietraperzia è stato realizzato con i fondi del P.I.T. 11-496 “Enna: turismo tra archeologia e natura”, concentrati nella realizzazione delle infrastrutture per l’accoglienza e la fruizione del sito”.

Altra iniziativa – conclude l’avocato Bevilacqua - che merita di essere citata è stata la presentazione del libro “Il territorio di Pietraperzia dalle origini alla conquista Normanna” a firma di Rosario Nicoletti e di Sebastiano Tusa che raccoglie i lunghi anni di lavoro che i due hanno condotto nello straordinario territorio di Pietraperzia; presentazione alla quale hanno presenziato alcuni fra i più illustri archeologi e storici siciliani. Altre iniziative invece sono state una piacevole novità per il contesto locale: così “la serata di osservazione delle stelle” organizzata nello splendido scenario delle Carcare di Marano; o la pedalata che ha attraversato i due siti di Monte Cane e Tornambè; la mostra di presepi provenienti dalle varie parti del mondo; e altro ancora. Eventi che mai si erano visti a Pietraperzia e che l’associazione è riuscita a portare a termine nel corso del suo primo anno di vita”.

Giuseppe Carà