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sabato 14 maggio 2011

AFORISMA DI NICOLETTA NONNA 15 MAGGIO 2011

L'ANTROPOLOGA NICOLETTA
COMMENTA
 UN AFORSMA PEDAGOGICO DI QUINTILIANO


"DISCERE EST HOMINI NATURALE"
(Quintiliano)
APPRENDERE E' CONFORME ALLA VITA DELL'UOMO
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Quintiliano, nato in Spagna nel 35 d.C., si trasferì a Roma
dove esercitò la professione di oraratore, maestro di retorica e scrittore.

Questo aforsima è tratto dalla sua opera più famosa, l'Institutio oratoria, un vero e proprio manuale di pedagogia e retorica.

Quintiliano sostiene che è falsa la lamentela secondo la quale a pochissimi uomini è concessa la facoltà di recepire ciò che viene loro insegnato e che, a causa della loro lentezza di apprendimento, sprecano tempo e fatica.

L'uomo, invece, possiede una predisposizione innata ad imparare ed apprendere.
 Quintiliano scrive: “Questo è naturale per l'uomo: come gli uccelli sono generati per il volo, i cavalli per la corsa, le belve per la ferocia,
 così a noi uomini appartiene
l'attività e la perspicacia della mente.”

Gli esseri umani sono nati per imparare ed il processo di apprendimento è insito in loro da un punto di vista antropologico.

Non esiste possibilità di educare senza una corrispondente capacità di apprendere; quindi alla base del discorso educativo sta la riflessione sull'apprendimento.

Per gli esseri umani l'apprendimento è un evento direttamente collegato con la sopravvivenza che coinvolge globalmente ogni individuo.
Dalla sua efficacia dipende l'effettiva possibilità di adattamento ai mutamenti dell'ambiente.
 La nostra specie ha, però, affiancato all'apprendimento un processo in parte speculare, quello dell'insegnamento.

La mediazione educativa è opera, per Quintiliano, della cultura;
 essa è l’anima essenziale del processo formativo.

Quintiliano è,  dunque,  per una scuola di cultura (e non poteva essere diversamente dato il fine particolare che si prefiggeva) ma nascono due importanti osservazioni:
 la prima è che egli ha un senso vivo della cultura.
Una cultura che sia dinamica e formativa;
 la seconda è che Quintiliano sente il valore della partecipazione attiva del discepolo
alla scuola.
La cultura per lui non è un arido sapere
 o una mnemonica erudizione,
 ma il frutto dell’esperienza dell’uomo.
Essa serve all'uomo perché mostra la strada che hanno percorso coloro che lo hanno preceduto, e facilita, pertanto, l’inizio della
strada che deve percorrere.

Analogamente, secondo un'ottica religiosa, é conforme alla natura degli individui credere in una realtà soprannaturale, nel divino e per noi Cristiani in Gesù Cristo, fattosi uomo, crocifisso, morto e Risorto per la salvezza dell'intera umanità.

Se abbiamo fede ferma e salda in questo progetto d'amore
 possiamo giungere al traguardo
 della Gloria
 promessa per la Grazia di Cristo.

Nicoletta Nonna