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sabato 14 maggio 2011

AFORISMA DI NICOLETTA NONNA 8 MAGGIO 2011

L'AFORISMA DELL'ANTROPOLOGA





Nicoletta Nonna

“VITAE SUMMA BREVIS SPEM NON VETAT INCHOARE LONGAM”
(Orazio )
IL BREVE COMPITO DELLA NOSTRA VITA NON CI VIETA DI CONCEPIRE UNA LUNGA SPERANZA

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Una brillante dialettica tra l’umano ed il divino
Don Pino

Orazio, nato nel 65 a.C., fu un illustre poeta latino di notevole fama. Maestro di eleganza stilistica e dotato di inusuale ironia, seppe affrontare le vicissitudini politiche e civili del suo tempo da placido epicureo, amante dei piaceri della vita, dettando quelli che, per molti, sono ancora i canoni dell'ars vivendi.

Questa frase é tratta da una delle “ Odi “ e fa riferimento alla caducità della vita in confronto all'eternità e all' invito a vivere intensamente per sconfiggere la precarietà della nostra esistenza.

La brevità e la fugacità della vita possono instillare nelle persone un vago senso di paura e sfiducia e indurle a non godere pienamente il tempo presente, proiettati verso il futuro, senza l'elaborazione di una progettualità, senza il pensiero rivolto a piani, propositi e proponimenti da attuare.

Tuttavia è insita nell'animo umano la predisposizione naturale a fare progetti per il futuro al fine della loro realizzazione. Senza speranza l'esistenza umana é vuota, sterile, priva di interessi, monotona.

Sono i progetti che gli uomini vogliono concretizzare a valorizzare, arricchire e rendere piacevole il loro percorso, pur essendo la vita breve e transitoria.

Molti filosofi e scrittori hanno affrontato , nelle loro opere, il tema della speranza.

Georges Bernanos, scrittore francese, afferma che “ La speranza è una virtù, una determinazione dell'anima. La più alta forma di speranza è la disperazione vinta.”

Martin Luther King sosteneva che “ Dobbiamo accettare la delusione che è limitata , ma non dobbiamo mai perdere la speranza”.

La speranza è vita e la vita si basa su di essa.

Foscolo nel Carme “I sepolcri” scrive: “ Anche la Speme, ultima Dea, fugge i sepolcri”.

Avere speranza non vuol dire possedere una visione lucida di come sarà il domani. La speranza profonda viene dalla convinzione che la famiglia degli uomini e dei popoli non è stata abbandonata da un amore più grande: quello di Dio.

Nell'Enciclica “Spe Salvi “ Benedeto XVI possiamo leggere:

« SPE SALVI facti sumus » – nella speranza siamo stati salvati, dice San Paolo ai Romani e anche a noi (Rm 8,24). La « redenzione », la salvezza, secondo la fede cristiana, non è un semplice dato di fatto. La redenzione ci è offerta nel senso che ci è stata donata la speranza, una speranza affidabile, in virtù della quale noi possiamo affrontare il nostro presente: il presente, anche un presente faticoso, può essere vissuto ed accettato se conduce verso una meta e noi di questa meta noi possiamo essere sicuri, se questa meta è così grande da giustificare la fatica del cammino.