11 Aprile 2018 Mercoledì
“Il pericolo è
l'abitudinarismo”
Il Placido Don Pino Carà
“Nonne cor nostrum ardens
erat in nobis, dum loqueretur in via?” —Non ardeva forse il nostro cuore dentro
di noi, mentre ci parlava per via? Queste parole dei discepoli di Emmaus
dovranno uscire spontanee, se sei apostolo, dalle labbra dei tuoi compagni di
professione, dopo avere incontrato te lungo il cammino della loro vita.
(Cammino, 917)
Mi piace parlare di via,
di cammino, perché siamo in viaggio, diretti alla casa del Cielo, alla nostra
Patria. Ma sappiate che una via, benché possa presentare alcuni tratti di
particolare difficoltà, benché ci faccia guadare un fiume ogni tanto o
attraversare un piccolo bosco quasi impenetrabile, più sovente è qualcosa di
comune, senza sorprese. Il pericolo è allora l'abitudinarismo, il pensare che
nelle cose consuete, di ogni istante, Dio non c'è, perché sono così semplici,
tanto 'ordinarie'!
Quei due discepoli di cui
narra san Luca erano diretti a Emmaus. Il loro passo era naturale, come quello
di tanti altri che percorrevano la medesima strada. E lì, con altrettanta
naturalezza, appare loro Gesù, e cammina al loro fianco, intrattenendoli in una
conversazione che allevia la fatica. Mi piace immaginare la scena: è sera
inoltrata, e soffia una brezza leggera. Intorno, campi di grano già alto e
vecchi olivi coi rami inargentati nella mezzaluce.
Gesù lungo la via.
Signore, sei sempre tanto grande! Ma mi commuovi quando ti degni di seguirci,
di cercarci, in mezzo al nostro andirivieni di ogni giorno. Signore, concedimi
la freschezza di spirito, lo sguardo puro, la mente chiara, per poterti
riconoscere quando giungi senza alcun segno esterno della tua gloria.
Il percorso si conclude
in prossimità del villaggio, e i due discepoli che, senza essersene accorti,
sono stati feriti nel più profondo del cuore dalla parola e dall'amore del Dio
fatto uomo, si dolgono che Egli se ne vada. Gesù, infatti, li saluta facendo
mostra di dover proseguire [Lc 24, 28]. Lui, il Signore, non vuole mai
imporsi. Vuole che lo chiamiamo liberamente, quando abbiamo intravisto la
purezza dell'Amore che Egli ci ha messo nell'anima. (Amici di
Dio, nn. 313-314)