15 Aprile 2018 Domenica
Festa di San Vincenzo;
auguri a chi ne porta il nome
“Il mio io ormai vuoto,
riempilo di Te”
Il Placido Don Pino Carà
Chiedi al Padre, al
Figlio e allo Spirito Santo, e a tua Madre, che ti aiutino a conoscerti e a
piangere per tutte quelle cose sporche che ti hanno attraversato e che hanno
lasciato — ahimè — tante incrostazioni... — E nel contempo, senza allontanarti
da questa considerazione, digli: dammi, Gesù, un Amore che sia fuoco di
purificazione, nel quale la mia povera carne, il mio povero cuore, la mia
povera anima, il mio povero corpo si consumino, ripulendosi di tutte le miserie
terrene... Poi, il mio io ormai vuoto, riempilo di Te: che non mi attacchi a
nulla qui sulla terra; che mi sostenga sempre l'Amore. (Forgia, 41)
È il momento di gridare:
rammentati delle promesse che mi hai fatto, con le quali mi hai dato speranza;
è questo il conforto nel mio nulla, che riempie la mia vita di fortezza [Cfr
Sal 118, 49-50]. Il Signore vuole che contiamo su di Lui, in tutto: vediamo
chiaramente che senza di Lui nulla possiamo [Cfr Gv 15, 5], e che con Lui
possiamo tutto [Cfr Fil 4, 13]. Si rafforza la nostra decisione di camminare
sempre alla sua presenza [Cfr Sal 118, 168].
Con la chiarezza di Dio
nell'intelletto, che pur sembra inattivo, ci appare indubbio che, se il
Creatore prende cura di tutti — anche dei suoi nemici —, quanto più si curerà
degli amici! Ci convinciamo che non vi è male né contrarietà che non vengano
per il bene: così si consolidano ulteriormente nel nostro spirito la gioia e la
pace che nessun motivo umano potrà mai strapparci, perché queste 'visitazioni'
ci lasciano sempre qualcosa di Suo, qualcosa di divino. Loderemo il Signore Dio
nostro che ha compiuto in noi opere mirabili [Cfr Gb 5, 9], e comprenderemo di
essere stati creati con la capacità di possedere un tesoro infinito [Cfr Sap 7,
14].
Avevamo incominciato con
invocazioni vocali, semplici, incantevoli, imparate nell'infanzia e che non
vorremmo mai abbandonare. L'orazione, iniziata con questa ingenuità da bambini,
procede ora come un fiume ampio, calmo e sicuro, perché segue il cammino
dell'amicizia con Colui che disse: Io sono la via [Gv 14, 6]. Se amiamo Cristo
in questo modo, se con divina audacia ci rifugiamo nella ferita aperta dalla
lancia nel suo costato, si compirà la promessa del maestro: Se uno mi ama,
osserverà la mia parola, e il Padre mio l'amerà e verremo a lui e faremo dimora
dentro di lui [Gv 14,23].
(Amici di Dio, nn.
305-306)