Ludoteca culturale e filantropica del CIF di Enza Di Gloria
LA PRESIDENTE ENZA DI GLORIA
PIETRAPERZIA.
Prende il via la “Ludoteca Culturale e Filantropica” del CIF di Enza Di Gloria;
infatti il Centro Italiano Femminile sez. di Pietraperzia, sulla base di un
“Progetto educativo” redatto da alcuni responsabili del gruppo
dell’associazione (animatori ludici, insegnanti, psicologi e sociologi) ha
realizzato una iniziativa sociale di grande elevatura, battezzata da monsignor
Giovanni Bongiovanni assistente
dell’associazione come “Ludoteca
Culturale”.
L’iniziativa è stata realizzata nella
sede del CIF nel viale Della Pace di fronte al rifornimento “Esso”. “Un luogo - dichiara monsignor Bongiovanni - destinato al gioco ed al divertimento, uno
spazio stimolante per esperienze di socializzazione e amicizia che offre la
possibilità di conoscere ed utilizzare una quantità di giocattoli,
difficilmente a disposizione di un singolo”.
“La struttura – dichiara la presidente del Cif Enza Di
Gloria - riveste una funzione educativa ed aggregante, in quanto lo spazio di
ritrovo ha finalità di apprendimento e culturali, anche attraverso corsi di
formazione rivolti ai bambini da 4 a 14 anni, inseriti in contesti pedagogici; inoltre
siamo in sinergia con altre realtà educative come i servizi sociali, la scuola e le
tre parrocchie del paese”.
“E' stato ideato – continua Enza Di Gloria - un ambiente che con lo stimoli nel gioco,
ma anche nelle attività più impegnative e formative, (come la sala formazione,
la sala laboratorio, cineforum) sviluppi l’apprendimento ed inculchi delle abilità che abbiamo coniato
nell’aforisma: “imparare, costruire e progettare”; inoltre nei mesi estivi alla
chiusura della scuola vogliamo realizzare dei Grest con le altre agenzia che nel tempo hanno
avviato iniziativa del genere”.
“Il Centro Italiano Femminile - dichiara suor Gisella,
direttrice suore Salesiane, - che ha avviato un Grest di qualità - sta
investendo per creare un luogo nel quale sia del tutto libero per esprimersi:
un luogo in cui non vi sia alcuna differenza tra ceti sociali”.
Giuseppe Carà